lunedì 29 giugno 2015

il documento MLNS






















Il documento MLNS

Sono ormai mesi che il gruppo dei popoli liberi presidia il diritto ad avere un tetto sopra le teste di una decina di esseri umani.
Sono mesi che i popoli liberi, insieme ad altri sardi, presidiano casa Spanu.
Una cambiale pagata in ritardo, ma pagata, è la causa dei ripetuti, tentati sfratti, quello splendido gruppo è riuscito ad opporsi molte volte con successo ad un simile abominio, nessuno, dico nessuno, nemmeno lo stato, ha il diritto di mettere in strada chicchessia.
Non posso dire di essere un assiduo frequentatore del presidio, ma qualche volta ci sono stato, e vi ho dormito la notte, per alcune notti di seguito. 
Quello che voglio raccontare è l'avventura che si è venuta a materializzare a seguito di una discussione col mio amico Efis, anche lui facente parte ( molto più di me ) del presidio.
Erano mesi, ormai, che quella zona limitrofa a casa Spanu era oggetto di attenzione delle forze dell'ordine.
Non trascorreva giorno che almeno quattro carabinieri controllavano le due entrate della strada, chiedendo documenti a chiunque vi transitasse.
Senza contare il fatto che pattuglie della digos ci onoravano della loro presenza più e più volte al giorno, a volte passavano tranquille sulla strada, a volte si fermavano, ormai erano diventati nostri amici, dato che spesso si fermavano di fronte a noi, e scambiavano quattro chiacchiere, con noi. 
Loro conoscevano i nostri nomi, noi conoscevamo i loro.
Uno di loro, qualche mese prima, mi aveva tolto da un brutto impiccio, facendo in modo che la volante della polizia non mi prelevasse, era stata chiamata perchè avevo commesso il delitto di comunicare parzialmente le mie generalità, e non consegnare documenti, non consegno mai documenti al potere, specie se sono in azione per evitare abomini "statali", non mi metto mai volontariamente sotto loro giurisdizione.
Loro sono loro, io sono io, uno che sa perfettamente che gli abusivi sono loro, forze di occupazione sulla "mia" ( non vi scandalizzi il termine mia ) terra.
Stavo andando insieme ad altri due amici, simpatizzanti del Movimentu de Liberatzioni Natzionali Sardu, a eseguire un blocco di asta giudiziaria, in quel di aristanis, quando dei poliziotti mi fermarono chiedendomi documenti.
Fornii loro nome, cognome, e comune di residenza, dicendo loro che i dati erano sufficienti per stabilire chi io fossi, ma non consegnai loro alcun documento.
Fui trattenuto per tre quarti d'ora, fino a quando mi dissero che avrebbero chiamato una volante per portarmi in questura, certi che lì avrebbero raggiunto il loro obiettivo.
Non mi piacciono gli accanimenti gratuiti, e non mi sottomisi alla loro ipotesi di sequestro, mi salvò, quel giorno, da tutto questo ambaradan, appunto, uno della digos, col quale abbiamo scambiato molte parole, in seguito, nel presidio di arborea, in casa Spanu. 
Ma torniamo a noi, e al presidio.
Discorrendo con Efis, decidemmo di incamminarci verso uno dei posti di blocco dei carabinieri, così, per scambiare quattro chiacchiere con loro.
Passeggiando li salutammo, risposero al saluto, continuammo per la nostra strada, dopo un po' di tempo decidemmo di rientrare in azienda.
Allora ci fermarono e ci chiesero gentilmente i documenti.
Il potere deve sapere chi viene e chi va, parafrasando una ben nota canzoncina.
"Qui comando io, questa è casa mia, e qui voglio sapere chi viene e chi va".
Dopo una lunga discussione, che verteva sulla legittimità della loro richiesta, consegnammo i documenti.
Per un lungo, lunghissimo attimo, restarono spiazzati.
Probabilmente era la prima volta che vedevano una carta di identità e patente di guida rilasciata non da uno stato, ma da un movimento di liberazione.
Anche stavolta, in mancanza di disposizioni poco chiare, fummo trattenuti per alcune decina di minuti, probabilmente hanno chiesto telefonicamente delucidazioni sul corretto modus operandi.
I documenti consegnati hanno piena valenza in ambiti internazionali, si vede che l'italia non fa parte di questo pianeta.
Alla fine, i loro visi preoccupati, per il fatto di non sapere cosa fare, si rasserenarono, copiarono i nostri dati dalle carte di identità che solo un minuto prima non riconoscevano, e ci congedarono con velatissime, microscopice parole che a noi sono sembrate qualcosa di molto vicine a delle scuse.
Il mio ritorno al presidio, in compagnia di Efis, mi è sembrato di una leggerezza incredibile, forse per la prima volta, lo stato italiano, rappresentato da quel gruppo di carabinieri, aveva riconosciuto la validità dei nostri documenti.
Intrinsecamente, mi scuso se vado forse più in là del dovuto, ha riconosciuto palesemente che l'esistenza del nostro Movimento è perfettamente legale.
Raccontammo con enfasi l'avventura ai componenti il presidio, e durante il pranzo, offerto dalla famiglia Spanu, festeggiammo con abbondante vino il risultato raggiunto.
Forse troppo abbondante, ma era giusto così.
Oggi, la famiglia Spanu non è più nella LORO azienda, trecento uomini dello stato li hanno buttati fuori da casa, con la forza e con azioni indegne, sfasciando mobili, suppellettili e l'impianto elettrico. 
Chi ha eseguito quell'azione che reputo disumana ( buttare fuori dalla propria casa delle famiglie è sempre, per me , una azione esecrabile), è stato encomiato da uno stato che non riconosce diritti alla povera gente.
Ritieniamo che un atto simile sia illegale, e che quell'azienda si chiamerà sempre, per l'eternità e per il popolo sardo "azienda Spanu", quell'azienda tornerà ai legittimi proprietari, non possiamo dire quando, questo lo decideremo noi, ma tornerà agli Spanu.























sabato 27 giugno 2015

Simbologie

Simbologie
Ormai sono arrivato al punto che non mi metto a tavola, senza che non pensi che persino il gesto di nutrirmi sia condizionato da loro.
Non è certamente una forma di patologia ossessiva la mia, anche se qualcuno dei miei amici più stretti, ne ha la convinzione.
Fatto sta che qualcuno di loro, nella fattispecie quelli con i quali sono in costante contatto, pensa che sia affetto da qualche lieve forma maniacale di interconnessione con loro, come se mi stessero comunicando qualcosa.
E non lo pensa soltanto, qualcuno di loro mi ha detto chiaramente di smetterla, qualunque argomento si affronti, di pensare al come fanno, o come avrebbero fatto i nostri nemici.
Preciso che il mio nemico è quello che definisco la fetenzìa mondialista, con tutti i suoi annessi e connessi.


venerdì 26 giugno 2015

Qualche dubbio sull'expo



















Qualche dubbio sull’EXPO

di Carlo Pompei









L’italiano sano di mente (ne sono rimasti pochi, da quanto si legge) non celebra l’inaugurazione di carrozzoni come l’EXPO, che – nonostante abbia nei presupposti lodevoli intenzioni – nei fatti, rappresenta l’ulteriore sperpero di denaro pubblico a fronte di un rientro economico limitato procapite in relazione a quanto ha gravato sulla tassazione.
Per alcuni ciò rappresenta, invece, un rilevante indice di fatturato, che puntualmente viene privatizzato, qualora in utile netto positivo, o socializzato, qualora in perdita. FIAT docet…
Detto questo, non si giustificano le devastazioni dei manifestanti violenti (teppisti al soldo di qualcuno?) causate ieri a Milano.
Non li definisco con il nome utilizzato dal “main stream”, poichè non credo alle etichette: generalmente il contenuto dei barattoli non vi corrisponde, ha una ricetta segreta che non è dato sapere, né ai cosiddetti giornalisti tuttologi, nè, tantomeno, ai comuni mortali che guardano sdegnati, ma instupiditi, un servizio telegiornalistico. Per non parlare dei giornali che, comprensibilmente, portano acqua al proprio mulino.
Il notaio affacciato al balcone con il Tricolore in mostra rappresenta l’Italia? vero, ma “una Italia dei ricchi, borghese, di destra”, addirittura “fascista”, dicono i “ben informati”. E quindi i “no-expo” si sentono autorizzati a bersagliarlo con lanci di uova marce.
Sdegno dei nazionalisti: “Comunisti!”, ho letto.
E i comunisti hanno risposto “sono fascisti infiltrati che prendono di mira i loro simboli per creare tensione”.
Tensione, già, proprio quella, quella “strategia”, quella degli opposti estremismi. Chissà se un cretinetti di 20 anni o meno sa che cosa sia stato quel periodo.
E giungiamo quindi alla politica: Alfano viene dipinto da tutti come l’utile idiota, forse lo è: Renzi gongola e, per bocca della Serracchiani, lancia un monito (neanche fosse il Papa).
Salvini recita il suo mantra, tra applausi e pernacchie, accantonata per un giorno la questione immigrazione.
Tuttavia un dubbio sorge nel vedere questi “giovinotti” lasciare indisturbati i luoghi della devastazione, basterebbe fermarli ed indagare: c’è riuscita una troupe televisiva ad intervistarli, possibile che le Forze dell’Ordine non sappiano fare altrettanto?
O hanno le mani legate da qualcosa?
Certo, avere il centrosinistra con scappellamento a destra al governo non aiuta…

Carlo Pompei
Carlo Pompei














PERLE

PERLE
Il libro che mai scrissi
di Carlo Pompei
.IN APPENDICE
È vero che i nazionalismi potrebbero nascondere "piccoli egoismi",
ma è anche vero che i mondialismi proteggono
"grandi interessi". Se aggiungi benzina all'acqua la inquini subito,
se aggiungi acqua alla benzina non la depuri mai del tutto.Paradossi dell'etica.
Se pensi male vivi bene
Se pensi bene vivi male.Se non sappiamo da dove veniamo,non sapremo dove andremo.

giovedì 25 giugno 2015

fetenzìa planetaria

Fetenzìa planetaria
Esistono molti modi per definire il cancro planetario, il male assoluto, no, non parlo di politici corrotti che non fanno gli interessi di chi li ha votati, pratica ormai illusoria e in disuso in quasi tutto il mondo; chi siede in comode poltrone altolocate non viene scelto certamente dalla gente.
Viene posizionato in ambiti decisionali dalle oligarchie che li tengono lì fino a quando fa comodo a loro, attenti a controllare bene che facciano continuamente i loro interessi.
Ma i politici più seguiti, vanno ben oltre i compiti assegnati, e vessano oltremisura la gente, con provvedimenti che un popolo che ragiona non avrebbe mai accettato.
Nella migliore delle ipotesi sono politici malvagi o egoisti, nella peggiore sono degli emerti cretini che fanno della loro mancanza di intelligenza un disastroso disinteresse per ogni minimo diritto della gente.


martedì 23 giugno 2015

In Italia “onesto” è sinonimo di “fesso”












Articolo di Carlo Pompei
pubblicato da www.ilsovranista.it










Pubblicato per la prima volta da LineaQN
                 quotidiano cartaceo











In Italia “onesto” è sinonimo di “fesso”

di Carlo Pompei


Quando scrissi questo articolo molti italiani erano ancora vivi…




(19 ottobre 2011)









È divertente ed esaustivo il sempre radicale (a suo modo) Marco P a n n e l l a quando dichiara che la chiave del successo di Berlusconi è da ricercare nell’opposizione. Non ha tutti i torti, in effetti, si fossero “opposti” al Governo, anziché al personaggio, probabilmente il risultato del voto di fiducia alla Camera di venerdì scorso sarebbe stato diverso, ma non ci giuriamo sopra. Perché? È subito spiegato: viviamo in un sistema – e in una situazione – dove il dio denaro comanda tutto e tutti. Bene, fin qui ci siamo.
Male, ma ci siamo.
Quella stessa sinistra che deplora – e a volte diffama – il Premier, si è cibata per anni di introiti provenienti da finanziatori anche e soprattutto esteri che, appunto, foraggiavano le casse del partito. Il “nostro” Maurizio Liverani ne ha parlato spesso e con cognizione di causa (cfr. Linea quotidiano, ed. 2011, pag. 3). D’un tratto questo flusso si è ridotto di molto (1989) e i sinistri assetati a valle della sorgente hanno poi assistito, oramai impotenti o quasi, alla “discesa in campo” del “cavaliere nero”. Questi, forse mosso da patrio amore o per tutelare i propri interessi (ma non parliamo di questo poiché non ne abbiamo né le prove, né tantomeno l’autorità), ha costruito con i propri mezzi – questo, sì, è un dato di fatto innegabile – quella “Forza Italia” che (all’inizio) faceva sorridere tutti. «Che cosa pensa? Che la politica sia una campagna acquisti per squadre di calcio?», «Un partito non è una partita! L’Italia non è il Milan!», questi i commenti nei bar italiani prima del 1994. Affermazioni condivisibili, non perché andassero contro il capo di Mediaset, di Fininvest, della squadra milanese o chissà che cos’altro, ma perché eticamente corretti e quindi inoppugnabili.
Il problema vero del sistema accennato prima è che la sinistra, fintanto che ha avuto buon gioco e responsabilità acclarate (ridotte) di cui rispondere, riparata all’ombra lunga di una “Balena bianca” in procinto di spiaggiarsi, non ha mai sollevato il benché minimo dubbio sull’operato dell’uomo di Arcore, molto amico di Bettino Craxi. Tant’è vero che tutti i procedimenti giudiziari sulle sue spalle, “toghe rosse” o meno, quando riguardanti un periodo ante ‘94, sono retroattivi.
Mai avrebbero pensato, evidentemente, i sinistri, che quel “disegno superiore” – del quale un tal Antonio da Montenero di Bisaccia si è fatto piccolo-grande interprete e del quale ha sicuramente giovato – sfuggisse di mano a quasi tutti.
Parliamo, ovviamente, della Tangentopoli gattopardiana che ha cambiato tutto per non cambiare nulla, se non i nomi di (alcuni) occupanti delle poltrone del potere.
I “nuovi” assetti politici che si andavano via via delineando hanno paradossalmente favorito – come dicevamo – la nascita di “Forza Italia”. Una macchina da consenso ben oliata, più che un partito, ma se le “regole” funzionavano “bene” per DC e PCI, perché avrebbero dovuto essere bandite con il “nuovo che avanzava”? Questa la domanda che la sinistra non si è posta quando sarebbe stato opportuno, ma che, d’altra parte, non poteva porsi – o quantomeno non poteva renderla pubblica – poiché avrebbe svelato alle masse proletarie votanti un po’ ingenue il sistema nel quale, fino ad allora, avevano sguazzato tutti, nessuno escluso. Il “torbido” ove pescare citato da Giulio Andreotti in più di un’occasione, per intenderci.
Ebbene, se quel partito si è mosso, evoluto, allargato nel tempo cambiando vari nomi (FI, CDL, PDL) e sfruttando diverse “alleanze” (Fini, Bossi, Casini, Follini per non parlare delle strizzatine d’occhio dell’acerrimo nemico Di Pietro e degli avalli interessati di Buttiglione sul “Berlusconi-bis” del 2005), lo si deve – nel bene o nel male – alla figura e ai soldi di Berlusconi. Contestarlo oggi perché ha denaro che gli consente di permettersi di tutto, equivale a recarsi in un qualsiasi porto turistico per invidiare chi ha trenta metri di barca a vela bialbero ormeggiata in bella vista: inutile.
A proposito di barche, in quel Dedalo di interessi rispuntò fuori Ikarus-dalle-ali-di-cera che, come è noto, si avvicinò troppo al “re Sole” e cercò di combatterlo sul suo medesimo campo, ma con mezzi decisamente più modesti, almeno quelli messi a disposizione per la causa che fu spacciata per popolare. Ne scaturì una lotta pseudo-politica – tanto impari, quanto sterile, dati i presupposti – che ha successivamente dato origine a quell’opposizione “ad personam” citata all’inizio che non ha portato da nessuna parte se non a spendere altri, tanti, troppi soldi per campagne elettorali dall’esito quasi sempre scontato. E quando quest’ultimo non lo è stato (governi D’Alema e Prodi), si è evidenziata la mancanza assoluta di volontà nel risolvere quel “conflitto di interessi” che riempie la bocca (e le tasche) del “masaniello” di turno.
Citiamo di nuovo CassAndreotti: “Il potere logora chi non ce l’ha”.
La chimica, con la “cartina al tornasole”, ci aiuta a capire il perché nella “Prima Repubblica” i nomi dei partiti non cambiassero mai, mentre nella “Seconda” sono in continuo mutamento: abbiamo il rosso (Pci-Pds-Quercia-Ds-Ulivo-PD-Boh?) in ambiente “acido; il verde, (Lega Nord, Lega, Bossi, padania, etc.) in situazione “neutra” per alleanze utili e proficue; infine il blu (FI-CDL-PDL) in ambiente “basico” o “alcalino” come le batterie che sprigionano “energia” (leggi: “soldi”).
Non abbiamo incluso il cosiddetto Terzo Polo perché tende al marrone scuro (maliziosi! Che avete pensato?), che è la risultante dell’unione dei colori primari (RGB), quindi tutto e quindi niente. Un ex missino-fascista (?!?), un ex democristiano e un ex radical-comunista insieme? Quasi nero, quasi bianco e quasi rosso: manca soltanto il riciclaggio dello slogan di una compagnia petrolifera degli anni ‘70: “Con API si vola” e siamo a posto. Ma forse ci sbagliamo… chissà… Scusate la divagazione.
Dicevamo, se la sinistra uscirà dall’ambiente “acido” che caratterizza tutti i suoi esponenti, potrà avere qualche possibilità di successo, soprattutto se questi la smetteranno di demonizzare Berlusconi, facendone invece un martire, simpatico a chi spera che – per uscire di scena in modo trionfalistico – un giorno decida di saldare il mutuo per l’acquisto di casa ai primi cento disperati che lo chiedono, a patto che gli consegnino la figlia minorenne, naturalmente “aspirante” velina.
Capito, ora? È stato il “sistema Italia” a creare “Berlusconi”, non il contrario: un liquido prende sempre la forma della bottiglia che lo contiene.
Prova ne è il fatto che, negli anni ‘80, salva l’eccezione di un maldestro tentativo di oscurarne le trasmissioni televisive, nessuno si è posto il problema della sovraesposizione mediatica del futuro Premier.
Erano i tempi durante i quali eravamo “tutti contenti” di avere una televisione “moderna” che importava format americani dal discutibile messaggio subliminal-capitalista.
Dopo decenni di repliche dei film di John Wayne sul “primo canale” Rai il lunedì sera, che cosa hanno fatto i vertici della cosiddetta “TV di Stato” per contrastare la concorrenza alla quale non erano abituati? Nonostante il già oneroso e anacronistico, se non contestabile canone annuale, hanno ben pensato di copiare, intervallando, anche loro, la pubblicità durante i film (sempre abbastanza datati), anziché elaborare, sviluppare e promuovere una TV, che oltre allo svago, proponesse anche informazione libera non politicizzata – e quindi deformata – da DC-PSI-PCI. Ingenuità? Forse, ma recriminare ora non serve… Tutto ciò premesso, oggi l’Italia ha bisogno di denaro liquido e gli italiani medi sono alla fame, ma non sono ancora disposti a tutto: chi non ha più nulla da perdere è pericoloso, ma chi ha qualcosa, anche se poco, è ancora manipolabile.
Chi è che ha tanti soldi e la faccia tosta di ammetterlo? Unite i puntini – come diceva Steve Jobs – e avrete il nome e la spiegazione del perché si trova dove è. Tornando al bar, i commenti sono cambiati, ma nessuno mai ammette di aver votato per Berlusconi. Delle due, l’una: o sono stati effettuati clamorosi brogli elettorali, oppure molti di quelli che urlano in strada con il pugno sinistro chiuso levato al cielo (bruciando automobili e sfondando vetrine dei negozi di privati cittadini) hanno mutui da pagare, speranze e… figlie femmine. O magari sperano in una “comparsata” ben retribuita al Grande Fratello.
Quindi, come sempre: chi è senza peccato, scagli il primo… Di Pietro. O “sanpietrino” (i selci romani).
Una cosa, però, è certa: Berlusconi è “sceso” in politica per tanti (suoi) buoni motivi, ma sicuramente non per appropriarsi di soldi pubblici, non ne ha mai avuto bisogno, almeno negli ultimi venti anni. Si potrebbe obiettare che, se nel ‘94 non avesse fatto “scelte politiche”, si sarebbe dovuto rifugiare dal suo amico Craxi ad Hammamet.
Può darsi, ma così non è stato e qualcuno gli ha concesso di fare quello che ha fatto e, come già detto, quando se ne è presentata l’occasione, da sinistra nessuno gli ha mai fatto uno sgambetto serio. Perché? Scheletri nell’armadio, forse? In effetti basterebbe dare un’occhiata alle dichiarazioni dei redditi dei politici, che noi, da buoni “fessi”, accettiamo per veritiere. Per inciso, facendo due conti al volo, anche se la classe politica e relativo entourage, a partire da oggi, non dovessero più intascare un euro, occorrerebbero circa cento anni per ripianare il bilancio dello Stato, altro che 2013. Abbiamo un debito pro-capite, neonati e centenari inclusi, che ammonta a circa 20000 euro.
Sembra poco, ma non lo è: i calcoli statistici sono attendibili soltanto a livello di stime di massima. Pensate solo per un attimo ad una famiglia formata da quattro persone con genitori precari o disoccupati con mutuo o affitto sulle spalle.
Pensato? Ci siamo capiti? Bene, anzi, di nuovo male: dove li trovano 80000 euro da consegnare al sistema capitalistico? Presso quelle stesse banche che li hanno affamati? Suvvia, non diciamo corbellerie.
La cifra da versare sarebbe poca cosa (anche perché sarebbe magicamente meno onerosa) se il Paese ripartisse economicamente con produzione e relativi consumi sani, cioè se non ci fossero sprechi folli e “prebende” da favola. Altrimenti perché dovremmo pagare? Per consentire altre speculazioni a chi maneggia il nostro denaro? A nulla vale mettersi a posto la coscienza sbandierando i già citati calcoli statistici: cento piatti di pasta sfamano cento persone soltanto se queste sono corrette o se qualcuno controlla che nessuno ne prenda due o anche tre. Nel qual caso gli sfamati si riducono drasticamente e diventano obesi, mentre gli affamati aumentano, ed è quello che è fatalmente e drammaticamente successo negli Stati Uniti come in Grecia, con le dovute proporzioni e possibilità di recupero.
La vera ricchezza di un Paese è generata dal lavoro, che non è favorito dal sistema, il quale, anzi, è funzionale ad aumentare la ricchezza di pochi (ma sempre troppi) speculatori e usurai anche legalizzati. Insomma, le cose andrebbero meglio se si fosse tutti un po’ più onesti, specialmente se lo fosse chi attinge a piene mani e senza vergogna da ingenti risorse pubbliche.
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NB: il “debito pubblico italiano” in tre anni non è sceso, ma aumentato.
Quindi? Monti? Letta? Renzi?

Carlo Pompei



i seguaci di mani
































I seguaci di mani.

Egocentrici mitomani manichei e minacciatori seriali, no non gonfiarti il petto, non è per te, ormai ti abbiamo già messo nel dimenticatoio, e ormai non conti più un piffero di niente, sto parlando di gente che comunque ti assomiglia molto.
Gente come te rovinata dall'effetto combinato di scie chimiche e tecnologia Haarp.
E non solo.
Aggiunto alle ormai assodate negatività di scuola e televisione.
Vibrazioni malefiche.
E' capitato di aver subito minacce, anche estreme.
Una volta sono stato sfidato a duello.
Scelgo sempre come arma una scacchiera con relativi pezzi.
A scanso di equivoci.
E a proposito di duelli, sfido chiunque di voi a smentirmi, chi è che non si è sentito apostrofare con termini tipo infame maledetto o bastardo traditore?
Tralasciamo i termini tipo capra ignorante.
O frasi tipo : studia e informati, imbecille.
Non tutti vengono capiti, specie se sono impegnati in grandi progetti politici o sociali, ci si aggrappa alle parole e mai ai concetti.
Nessuno si sforza di capire posizioni mentali troppo difficili e innovative.
Troppa fatica ragionare, per chi non è avvezzo a simili pratiche, e si porta appresso sempre il prontuario esemplificativo scritto da altri.
Scie chimiche, tecnologia haarp, ripetitori di tutti i tipi, gli stessi telefonini, i computer, il famigerato televisore e la ancor più dannosa televisione, satelliti che sguazzano nello spazio e distribuiscono chissà cosa.
Inquinamento ambientale di tutti i tipi.
Siamo inquinati, si, il nostro/vostro cervello è inquinato, non fosse altro perchè tutto intorno è un inquinamento pesantemente costante, e incredibilmente penetrante.
Potenza del modernismo a tutti i costi.
E' più facile prendere ordini che decidere.
E' più facile restare aggrappati alla rassicurante catena, che prendersi le responsabilità delle decisioni autonoma.
La società dei servizi, che immensa fregatura !
Di questa società che ha fatto del bisogno di acquistare la sua fondamentale pietra d'angolo.
Difficile immaginare, ormai, un altro tipo di sistema.
Qualcuno ci prova, ecco, coraggio allo stato puro, l'essenza della razionalità, delle decisioni ponderate, la sofferta predisposizione ad attuarle.
Benvenuti alla fiera della specialità quotidiana, la sagra del cervello fritto, con contorno di neuroni ormai cadaverici.
Cervelli umani e animali.
Quando entro in un centro commerciale ( non mi capita spesso ) , ne esco con strane sensazioni, un senso di disagio, che a questo punto non posso che reputare indotto, mi capita sempre.
Imput che prediligono attivare la parte irrazionale del cervello, inibendo con vibrazioni spurie il lobo cerebrale destro.
Altro metodo di condizionamento di massa.
Quando alla gente le si impedisce, con i metodi su esposti, di far funzionare il suo naturale senso logico, i danni possono essere rilevantissimi.
Si inibisce la capacità di analisi, si spinge all'azione immediata e sconclusionata, senza contare il fatto che con mille sotterfugi, non ci lasciano il tempo per pensare, per staccare da questo sistema e fermarsi a meditare.
Vecchia, sana metodologia orientale, ma non ci si illuda, anche loro sono succubi di questo andazzo.
Globalismo mediatico e impositivo, stessa strategia dappertutto, laddove la tecnologia la fa da padrona.
Nel corso di una discussione, un mio amico, che appartiene a quella esigua fascia di popolazione che cito spesso e che quantifico nello 0,05 % della popolazione, non condizionabile dagli effetti di queste tecnologie attuali, un giorno si permise ad un certo punto di esprimere il suo pensiero : "aspettiamo e valutiamo come si evolve la situazione",  mai l'avesse detto!
Fu investito da una gragniuola di improperi e pesanti offese ascrivibili al reato di ingiurie, quanto meno.
L'azione sconsiderata e immediata a tutti i costi, l'illusione di avere la verità in tasca, il manicheismo come regola di vita, il voler apparire combattivi, addirittura contro chi sta dalla sua stessa parte, solo per aver espresso una virgola non contemplata nel prontuario che ha studiato a memoria, manuale che però gli è stato consegnato da chi non vuole bene alla gente, e che adotta azioni per inibire la ragione.
Teoria dulles, la gente non può avere diritto ad esprimere opinioni che dissentono dalla linea tracciata dalla "cultura" dominante.
Un popolo di omologati diffuso su tutto il pianeta.
Ci vogliono far credere che la gente comune è assimilabile alla feccia, solo loro possono legiferare perchè superiori, del resto la tv ci propone programmi che trattano di popolari amori criminali che sfociano immancabilmente in tragedia, salvo omettere le sporcizie che distribuiscono le oligarchie, luridume maleodorante nella loro stessa persona.
Personalmente la teoria dulles mi fa un baffo, riprendiamoci la nostra dignità, crediamo in noi stessi, nelle potenzialaità dell'umanità, deprogrammiamoci, buttiamo in discarica la tv, non assecondimo strategie di potere,  ad un sistema del genere la risposta giusta è disobbedienza civile, non meritano niente.
Nemmeno un pizzico di considerazione, percorriamo la nostra giusta strada, disinteressandoci di loro, delle loro regole, del loro pensiero che vorrebbero globale, delle loro medicine, della loro moneta, della loro malvagità.
Noi possiamo benissimo fare a meno di loro, loro di noi no, abituati come sono ad essere serviti e riveriti, morirebbero di fame se non riconosciamo il loro denaro, perchè non saprebbero come coltivare alimenti o allevare animali, mi scuseranno i vegani, che ammiro.

(mariano abis)

sabato 20 giugno 2015

SPREAD

http://www.ilsovranista.it/spread/#more-6413


Spread
di Carlo Pompei


Le incertezze sulle previsioni (future, leggi in inglese) sull’andamento dei Btp, titoli di Borsa italiani, incide negativamente sulla stima percentuale del differenziale tra questi e i Bund tedeschi, altresì chiamata Spread.
Ma lo Spread pre Euro incideva sul bilancio dello Stato, non sulle tasche dei cittadini.
Certo, soltanto se venivano adottate politiche da Stato sociale efficace.
Tanto è vero che si trattava di un termine relegato ai bollettini di alta finanza, non certo alle cronache del Tg: sono trascorsi almeno venti anni prima che se ne parlasse.
I politici che si salvarono (non a caso) da Tangentopoli non furono in grado di attuare tali politiche, o non vollero.
Oppure fu un mix di incompetenza e tornaconto.
Nel 1992 “si verificarono” una serie di eventi che andrebbero spiegati un po’ meglio da lorsignori.
Lo Stato – rappresentato, nel caso specifico, dall’interazione tra Ministero del Tesoro, Banca d’Italia e Zecca dello Stato, rispettivamente quali
– garante su base PIL e riserva aurea,
– committente-gestore
– produttore di titoli pagabili a vista al portatore, alias monete coniate e banconote stampate – fu sostituito come pagatore di ultima istanza (vedere Bankitalia) di un eventuale debito nazionale estero, con il privato cittadino, che fu poi costretto ad usare banconote stampate, emesse e gestite da una struttura sovranazionale privata.
Ciò genera debito di interesse poiché si tratta di denaro prestato e non concesso in uso come accadrebbe con una valuta nazionale sovrana, utilizzata senza che il costo intrinseco gravi sulla tasca dell’utilizzatore, ma come mero corrispettivo di un lavoro eseguito, direttamente per lo Stato o per terzi.
E, come diceva saggiamente (e matematicamente) il Professor Giacinto Auriti, è impossibile rifondere un debito con la medesima moneta che lo ha generato.

Inoltre lo Spread, da strumento prettamente finanziario per addetti ai lavori nelle stanze dei bottoni, si è fatto anche carico di colmare quel divario che prima veniva compensato dal cambio valuta.
Chi si beava dell’euro forte sul dollaro (e prima ancora della lira forte) o non capisce come funzionano le transazioni internazionali, oppure lo capisce benissimo…

Carlo Pompei

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