lunedì 10 agosto 2015

voi sardi

Voi sardi
Provare a liberare un popolo che vuole rimanere servile è difficile e pericoloso quanto provare a schiavizzare un popolo che vuole rimanere libero
Niccolò Machiavelli 

Più della metà dei sardi, non partecipa alle elezioni italiane, siano esse politiche, regionali, comunali o comunitarie. Questo sarebbe un buon segno, riguardo alla lucidità della gente. Ma.
Solo una minima parte dei votanti concede il suo consenso a pseudo partiti indipendentisti, memori dei pessimi esempi da loro forniti in passato: candidarsi e farsi eleggere, significa benessere assicurato. Ma solo per loro, è una regola tassativa, non fanno mai gli interessi di chi li ha eletti. E in genere, chi li ha supportati in campagna elettorale, non ottiene benefici sostanziali.


 
Cosa fa il potere, in ottemperanza dell'assunto del macchiavelli? Rende il popolo servile.
Invece di incentivare produzioni e attività lavorative, concede qualche sparuto beneficio gratuito e generalizzato, a determinate categorie, per legarle al sistema.
Loro, i cretini che pensano che stanno ottenendo vantaggi, assecondano questo andazzo, ed ecco che nascono gli italo-sardi.
Contrari ad ogni minimo cambiamento, si accontentano di miseri privilegi che li fa sopravvivere, incuranti del futuro dei loro figli e nipoti.
Dice un poco condivisibile proverbio sardo, messo in giro da chissà chi: Chi lassada sa strada maista po' pigai su mori, scidi ita lassada, ma non scidi ita pigada, (chi lascia la strada principale, per percorrere una strada secondaria, sa cosa lascia, ma non sa a cosa va incontro), sopravvivere alla meno peggio, infischiandosi delle problematiche altrui.
Il potere colonizzatore, avrà così un sostanzioso supporto alle sue strategie, gente egoista e infingarda, che a volte specula sulle disgrazie altrui.
Ecco descritti gli italo-sardi, gente che non vuol bene alla sua gente, ma gente che non fa gli interessi nemmeno dei propri figli, gente immobile, fondamentalmente stupida ed egoista.
Gente che magari capisce che qualcuno lotta anche per lui e per le nuove generazioni, ma si tiene alla larga da qualunque tipo di azione, eppure non diserta certo le cabine elettorali.
Anzi, aspetta con ansia le prossime elezioni, magari diserta comunque ogni tipo di referendum. Lavoro e privilegi in cambio di qualche neurone forzatamente a riposo, meglio pensare alle ferie e agli hobby, che impegnarsi per il bene comune.
E poi c'è chi sbraita e protesta, capisce che il sistema è iniquo, ma si preoccupa quando la richiesta di una imposta statale tarda ad arrivare, smanioso di pagare.
Non sanno cosa significhino i termini disobbedienza civile e fiscale, o se lo sanno capiscono che non è il caso di avventurarsi su strade rischiose, sempre ligi alle raccomandazioni televisive, e ammirati dai suoi spettacoli insulsi, grandi estimatori del premier di turno e della squadra del cuore. Frequentatori assidui di centri commerciali che espongono per lo più beni derivati da industrie multi nazionali, prodotti attraverso lo sfruttamento di fasce di popolazione tra le più disperate, la globalizzazione, per loro, è la più grande conquista dell'umanità, come pure il diritto al voto, ma quando mai?
Li vedi gironzolare per le città, con scartoffie sotto braccio, e fare la spola tra un ufficio e l'altro, e non si preoccupano se qualcuno, volutamente, sta rubando il loro tempo e i loro denari. Pensano che il lavoro sia il bene più prezioso per l'umanità, se potessero lavorerebbero dieci, dodici ore al giorno, sabato compreso, la società ha bisogno certamente del loro indispensabile impegno.
Quando vedono un amico in difficoltà, cambiano strada, un po' come fanno gli italiani meno sinceri, non sia mai che debbano sganciare tempo o denaro che, pensano, non torneranno mai indietro. La civiltà dei loro avi, è quanto mai lontana dai loro pensieri e comportamenti, gente autenticamente moderna. Mioddio.
Sono infarciti di luoghi comuni, contrastano con ragionamenti eruditi di derivazione televisiva, chiunque esterni pensieri non convenzionali, pensano che la scuola significhi istruzione e formazione, una istituzione indispensabile per creare individui pensanti, ma quando mai?
Se qualcuno propone loro di firmare una dichiarazione di sovranità personale o di nazionalità sarda, loro dicono di sentirsi parte del popolo italiano, e ne sono fieri, non sanno che il popolo italiano non esiste, è una costruzione fittizia, creata da chi vuole sottometterci più agevolmente. E sfoderano la bandiera del cagliari calcio, o della dinamo sassari, all'occorrenza, dimostrando a se stessi la loro indiscutibile  appartenenza al popolo sardo.
Per dimostrare di appartenere al popolo degli shardana, bevono solo birra jchnusa. Gli shardana penso che non bevessero birra jchnusa.
Ma il loro bisogno di appartenere a qualcuno o qualcosa si manifesta quando gioca la nazionale di calcio italiana, allora fanno branco con una miriade di morti di sonno come loro, sventolando il loro simbolo di appartenenza, il tricolore.
Sempre in possesso di beni inutili, abbonamenti vari a spettacoli tv, il telefonino appena uscito, il computer potentissimo, salvo non riuscire a capire come andrebbero usati.
Devono appropriarsi degli ultimi ritrovati della tecnologia, con gli occhi fissi su schermi più o meno grandi, mai una volta che abbiano sollevato gli occhi al cielo, alla ricerca di graffi e velature innaturali.
Proposi ad uno di loro di impegnarsi a conoscere le strategie e i fini del Movimento di Liberazione Nazionale Sardo, lui inizialmente si è dimostrato interessato, fino a quando non ha scoperto che mai e poi mai avremmo partecipato ad elezioni italiane. Avrà pensato che non siamo democratici, chissà. Un vero italo-sardo.
La maggioranza. Purtroppo. La stragrande maggioranza.

marianoabis

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