sabato 24 ottobre 2015

La giurisprudenza sarda


La giurisprudenza sarda.
Essere Grandi e fare molto più di quello cui è lecito attendersi, non "paga" in una società disumanizzata e ipocritamente FALSA.

Carlo Pompei Falcone  
"Altre due dipendenti fanno vertenza a LINEA soc. coop, cioè a me. Interpellate telefonicamente tengono a precisare che non è una questione personale, ma di principio. Lo stesso principio che mi è costato 60 mila euro (di tasca mia) per consentire la regolarizzazione del DURC aziendale affinché fosse erogato il pagamento della loro cassa integrazione tramite INPS e INPGI. E di una delle due (delle quali non faccio nomi, per umana pietà e decenza) anche il pagamento dello stato di maternità sommato a quello di CIGS. Per chi si intende di stati di crisi aziendali è pura fantascienza…  
La riconoscenza umana non è di questo mondo, ma è colpa mia: potevo farmi i cazzi miei e spendermi 60 mila euro a mignotte vere… "
 
  
E questo avvenimento mi offre un aggancio per scrivere, secondo il mio personale intendimento, il futuro assetto della giurisprudenza del prossimo, imminente Judicau de Sardinnia. La giustizia sarà regolata secondo codici di diritto universale, con interazioni verso un altro codice, tipicamente sardo, quello che ha generato la carta de logu, che a sua volta ha dettato i principi della moderna giurisprudenza occidentale. Naturalmente moderna non significa migliore, semmai il contrario. La pratica di aggiungere commi, postille, integrazioni, distinguo, esercitazioni mentali che tendono a complicare, ciarpami dialettici tendenti a creare confusione, sarà bandita, se non strettamente necessaria. In due parole intendo dire che NON CI SARA' BISOGNO DI AVVOCATI. Ciascuno, in una giurisprudenza lineare, snella, chiara, esercitata non in aule di tribunali, ma in tutte le pubbliche piazze o luoghi comuni, di ogni singola contrada, dovrà essere messo nelle migliori condizioni di potersi difendere da solo, gli avvocati potranno servire semmai, solo in ambiti di diritto internazionale, e per contenziosi con stati esteri. Il diritto naturale, quello che ciascuno di noi sente di possedere, insieme alla sua personale o collettiva etica, e principi condivisi, sarà sufficiente per amministrare la giustizia, per la vera giustizia serve chiarezza di pensiero, non scritture inutili. 
marianoabis

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