mercoledì 13 gennaio 2016

Mauro Pili







In passato sono stato convintamente contrario alla proposta di un referendum, sulla questione sarda, che il signor Mauro Pili ( non riconosco nè republic of italy , nè elezioni italiche, nè cariche da esse derivate) paventò di voler promuovere, scrissi persino una lettera aperta a lui indirizzata.

Oggi ho letto alcune sue dichiarazioni :

“Oggi, se non si voterà l’ordine del giorno a mia firma, si apre un contenzioso duro e senza alcun tipo di riserva. Si sta commettendo una violazione gravissima che non può essere tollerata. I legali che ho incaricato stanno già predisponendo gli atti formali per presentare denuncia alla Procura di Roma e agli eventuali organismi nazionali e internazionali competenti. Spero solo che l’arroganza manifestato in occasione dell’inammissibilità dell’ordine del giorno abbia una riconsiderazione altrimenti è evidente che il conflitto che si apre sul piano politico e giuridico non avrà esclusione di colpi”.
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questa frase è di Mauro Pili ( nome e cognome in maiuscolo, stavolta ) , bene,,, mi è piaciuta, dimostra di volersi confrontare a muso duro con logiche mondialiste, queste sono parole che gli fanno onore . 
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"Tale inammissibilità, se confermata, costituirebbe una lesione dei diritti del singolo parlamentare ma sarebbe oggettivamente un’omissione di atti e un evidente abuso di potere. Per questa ragione, nel rispetto delle reciproche funzioni e competenze, Le chiedo di riesaminare l’ordine del giorno, anche alla luce delle disposizioni dei trattati richiamati e in particolare dell’art.10 della Costituzione in cui si dispone: L’ordinamento giuridico italiano si conforma alle norme del diritto internazionale generalmente riconosciute;"
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Assertivo e deciso, così va bene, lo sento un pochino più vicino ai sardi, stavolta.
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“Oso sperare che proprio Lei, On.le Presidente, non voglia disconoscere i principi affermati dalle Nazioni Unite, a partire dall’art.1 del PATTO INTERNAZIONALE RELATIVO AI DIRITTI CIVILI E POLITICI – NEW YORK 16 DICEMBRE 1966 (Ratificato anche dall’Italia con la legge 881/77 del 25 ottobre 1977) che prevede:


Parte Prima – Articolo 1:
Tutti i popoli hanno diritto di autodeterminazione."
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Eccolo prepotente il richiamo al diritto internazionale !!! Non so se il sig Pili abbia capito che il diritto interno italiano non consente margini di manovra , ma esplicitare il documento del 1966, è cosa graditissima e correttissima .
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"Voglio augurarmi che proprio il Presidente della Camera che ha esaltato la figura di Eleonora d’Arborea non voglia negare ai Sardi il diritto di essere considerato un Popolo e come tale aspirare al principio di autodeterminazione sancito a livello internazionale.
Per questa ragione – conclude Pili – la esorto a riconsiderare l’ammissione dell’ordine del giorno n.9/2613 – B/25 e consentire che la Camera dei Deputati possa esprimersi sullo stesso”.
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Senza voler entrare nel merito di quello che il sig Pili gradisce esprimere, avrei ricordato alla ammiratrice del mondialismo, potenziale aspirante al premio kalergi ( questo minuscolo ) , che lo stato italiano non solo non deve osteggiare la autodeterminazione dei sardi, ma la deve addirittura favorire .
Esprimo al sig Pili, convintamente, che sono contento della rotta che sembrerebbe abbia intenzione di percorrere, l'unica rotta che reputo vincente, quella del ricorso al diritto internazionale.
Nel momento in cui dimostrerà di voler abbandonare il diritto interno italiano, e dedicarsi al diritto internazionale, per la autodeterminazione del suo popolo, molto più efficace e risolutivo, avrò il piacere di considerarlo come un vero patriota, un modo forse più rischioso, ma più immediato per passare alla storia della Sardegna, e ciò non è poca cosa, a ben vedere. 
marianoabis







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