giovedì 31 marzo 2016

Le bugie scolastiche

Le bugie scolastiche


Chissà perchè la scuola è diventata la fabbrica delle falsità, e delle verità non dette.
Omissioni funzionali a che cosa?
Domandiamocelo.

Ho visto figure nuragico-shardana che mi sono familiari, diffuse un po' dappertutto, anche lontane dall'isola di Sardegna.
Magari è esatta la nostra tesi che il nome "italiani" sia impreciso, a noi piace pensare che tutta la penisola italiana si possa definire "penisola sarda", e il cosiddetto popolo italiano sia da definire meglio come "popolo sardo" .

Magari è vero che tutta la civiltà occidentale, e non solo quella "italiana" è nata qui, in terra di Sardegna.

In effetti 5000 anni fa quei dannatissimi sardi imperversavano dappertutto.



mercoledì 30 marzo 2016

I nipotini di Enrico.

I nipotini di Enrico.
Chissà se il buon Enrico avrebbe previsto gli avvenimenti che hanno trasformato il suo partito, da popolare a servo delle peggiori fetenzìe mai apparse sulla terra.
Il passo è stato così eclatante che si stenta a credere come gli insegnamenti dei due grandi sardi, suoi e del fondatore del partito, Antonio, siano potuti avvenire, negli ambiti dello stesso partito.
Allora, forse, il pci era realmente a favore della classe operaia, e le ipotesi di gestione del bene comune, a parte qualche distinguo, era condivisibile dai più.
Il sacrificio di Gramsci avrebbe portato alla affermazione di valori popolari, o sarebbe andato in tutt'altra direzione?




martedì 29 marzo 2016

NON SERVE







NON SERVE
Non servono sbarre per ingabbiare la gente.
Si sono accorti che l'umanità è diventata così cretina, che basta farle credere di essere proprietaria di qualunque cosa, per poterla tartassare senza che se ne accorga.
Basta farle credere che votando gestisce direttamente il bene comune, che è felice persino di delegare ad altri la sua libertà di scelta.
Non serve fare grandi discorsi complicati, bastano un paio di mantra ben studiati, e la gente si beve qualunque panzana.
Non serve pretendere dalla gente alcunchè, basta farle credere che togliere diritti è per la sicurezza, per la serenità, per la pace, per la prosperità, e la gente accetta tutto.
Non servono sbarre per ingabbiare la gente... basta farle credere che ogni suo diritto sia una concessione.
Mai chiedere nulla alla gente, c'è il rischio di qualche diniego, basta presentare qualunque provvedimento assurdo per utile e necessario, e il gioco è fatto.
Fanno credere che qualunque restrizione abbia in se una componente di diritto, e una di dovere, per serrare sempre più il cappio al collo.
Non serve convincere nessuno, basta dire che è per il bene della gente, che essa accetta microchip, accetta di essere disarmata, catalogata, scannerizzata, imbrogliata, culturalmente bastonata, basta dire che è per la sicurezza generale, e ti piazzano persino una telecamera sotto cute.
Basta dire che è per la sicurezza generale, e ti piazzano persino una telescrivente nel cervello.
Non serve riconoscere le loro ipotesi, il loro pensiero, la loro moneta, e il loro sistema, è ora di riprenderci la naturalità del vivere, niente tasse, nessuna imposta, niente votazioni, nessuna delega, niente "lingue sarde comuni", niente "autonomia", nessuna richiesta ossequiosa, solo che è arrivato il momento che ci riprendiamo quello che è nostro, ci riprendiamo la nostra libertà, la nostra sovranità popolare, altro che "zone franche" o "continuità territoriale", o "canton" più o meno "marittimo"!
Niente di tutto questo, non servono, ci serve sempre e solo libertà.
Ci basta.




lunedì 28 marzo 2016

trust - italy







United States Securities and Exchange Commission.svg









TRUST - iTALY

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Molti affermano che le tasse non sono dovute, ma se chiedi loro perchè non sarebbero dovute, ti rispondono che è perchè quei soldi spariscono nelle tasche degli "onorevoli" disonorevoli, per finanziare partiti e mantenere re mattarella al quirinale.
Non è questo il motivo.
Molti affermano che le tasse non sono dovute, perchè finiscono per foraggiare industrie belliche, e acquisti di strumenti per la guerra, motivo validissimo, me ne esistono di ancora più validi.
Molti affermano che le tasse non sono dovute perchè utilizzate per sostenere i falsi profughi, ma il motivo non è esattamente quello.
Molti affermano che le tasse non sono dovute perchè finanziano enti e organizzazioni funzionali al sistema, e non alla gente, ottimo motivo, ma non è uno dei principali.
Le tasse non sono dovute unicamente per due motivi , primo, state pagando tasse ad una società per azioni privata ( republic of italy è una società PRIVATA ), secondo, perchè, rinunciando alla sovranità monetaria e pagando interessi indebiti ai banchieri privati che ci prestano la nostra moneta , (quasi 100 MLD di € all'anno) le tasse le dovrebbero pagare loro, e non noi, ecco i motivi per i quali le tasse NON SONO DOVUTE.

Dal 1933 lo stato italiano è una compagnia privata, dal 1933 , chi si iscrive o viene iscritto all'anagrafe, diventa proprietà dello stato.

L'italia non è una repubblica, composta da liberi cittadini, perchè mai essi dovrebbero pagare tasse, sanzioni, accise, balzelli e riconoscere la moneta e le istituzioni, di una società privata?
Pagheresti tasse ad una società privata che ti fornisce l'acqua, o il cibo, o servizi?, al panettiere, o al salumiere?
Pagheresti sanzioni, ad un rivenditore di biciclette?
O ad una banca, o al fruttivendolo?
Riconosceresti come al di sopra di te una SpA che fabbrica frigoriferi?
#andateavotaremiraccomando
OPPT (one peoples public trust) ha scoperto il grande inganno, sono state dichiarati falliti e pignorati tutti gli stati, che non hanno più nessun potere su di noi, se non vengono da noi riconosciuti.
Andare a votare significa riconoscere questa società privata.
La legge universale, naturale, comune, quella che ciascuno di noi ha dentro di se, è l'unica legge da rispettare, a meno che non si sia dei completi sprovveduti.
Non si rispettano leggi emanate da una corporation privata come è attualmente "democratic" republic of italy corporation.

Registrazione al S.E.C. (Security and Exchange Commission) di ITALY REPUBLIC OF CIK#: 0000052782, SIC 8888 - FOREIGN GOVERNMENTS.
Andate a votare, mi raccomando
#andateavotaremiraccomando

United States Securities and Exchange Commission.svg

domenica 27 marzo 2016

LIMITATI

LIMITATI
Ebbene si, siamo limitati
Siamo limitati da 60 milioni di italiani che non hanno capito un tubo.
Siamo limitati da chi crede ancora che l'11 settembre americano sia stato causato da terrorismo musulmano.
Oil for food, ma quando mai?
Prendiamo risorse e distribuiamo veleni, complimenti.
Siamo limitati da chi ci dice che l'euro è l'unica moneta possibile.
Siamo limitati da chi è contento (e convinto) di andare a votare.
Siamo limitati da metal detector che agiscono sul fisico e sulla mente.
Siamo limitati dalla mancanza di cultura, fatta salva quella scolastica.
La cultura scolastica è plagio, è non cultura, è condizionamento, è intruppamento.
Siamo limitati da quella grande mentitrice che si chiama televisione.
60 milioni di buonisti filo televisivi, che quando non hanno un telecomando in mano, hanno un telefonino.
Siamo limitati dalla cultura imposta, dalla storia imposta, i buoni siamo noi, gli altri sono tutti sporchi e cattivi, a cominciare da chi professa altre religioni.
La nostra cultura è al di sopra di tutte le altre, fatte salve l'obsolescenza consumistica e globalizzazioni servizzanti.
Fatta salva la constatazione che stanno nascondendo risorse essenziali, privatizzando risorse vitali.
La nostra condizione deriva dal nostro disinteresse, dalla nostra stessa inedia, dal non voler aprire gli occhi su cosa le elite ci stanno facendo, siamo arrivati ad un punto tale di egoismo individuale, che se ciascuno non riprende a considerare l'etica, come un punto fermo di tutte le nostre azioni, questo pianeta e tutti i suoi abitanti soccomberanno per colpa di ciascuno di noi.
Siamo limitati da gente come voi, che non avete buttato la tv in discarica.

sabato 26 marzo 2016

LE FORZE DELL'"ORDINE".

LE FORZE DELL'"ORDINE".
Si tratta di stabilire a quale tipo di ordine ci si riferisce. Se si bastonano più o meno pacifici cittadini scesi in strada per denunciare gli abomini di questa società asservita alle oligarchie, lasciatemi dire che non state eseguendo un ordine giusto. Se vi attivate per eseguire uno sfratto esecutivo, per togliere un tetto dalla testa di un essere umano, lasciatemi dire che state servendo il disordine. Nessun umano, qualsiasi siano le sue colpe, o inadempienze, merita di essere buttato per strada.
Vivere sotto un ponte, o per strada, è l'anticamera del suicidio, suicidio indotto. E se siete costretti ad eseguire ordini che ritenete injusti, lasciatemi dire che non vi invidio.


MI DESTO






MI DESTO
Mi desto devastato da orribili incubi.
Ho sognato che uno stato ha buttato fuori di casa un suo cittadino.
Meno male che uno stato così iniquo non esiste.
Ho visto, nel sogno, una vecchia che rovistava nei cassonetti, devastata dalla fame.
Meno male che una società così disumana non esiste.
Ho visto gente impunita, dopo aver sottratto milioni, ho visto un giudice condannare chi aveva rubato quattro mele.
Meno male che giudici così ignobili non esistono e non possono esistere.
Ho visto forze dell'ordine bastonare povera gente, che non chiedeva altro che i propri diritti.
Ho visto, ma non ci credo, perché non è possibile.
Ho visto venti famiglie fetenti dominare otto miliardi di esseri umani.
Bisogna che mi desti dall'incubo, sto farneticando.
Mi desto, e dal sonno mi trasferisco in una altra dimensione.
Assorbo vibrazioni positive, mi invade la luce.
Vedo le nazioni che spodestano gli stati.
Vedo una scuola che fa il suo dovere, preparare alla vita cittadini razionali e sovrani.
Vedo la distruzione di tutte le idee consumistiche e globaliste, vedo i popoli regnare sovrani a discapito delle oligarchie.
Vedo governi gestiti da ciascun cittadino, vedo pseudo rappresentanti del popolo buttati fuori a calci da dorati parlamenti, e disonorati davanti a tutti.
Vedo giudici spodestati, ciascuno di noi è giudice e legislatore, tutte le leggi sono scritte nel nostro intimo.
Vedo un grande falò che brucia leggi scritte.
Vedo consuetudini naturali disarcionare leggi scritte da uomini fallaci.
Immagino contrade abitate da cittadini sovrani, abitate da re e giudici di se stessi, immagino assemblee del popolo sovrano legiferare e  offrire consigli a chi ha sbagliato.
Auspico che il diritto che la natura ci ha dettato, distrugga ogni codice giuridico scritto in ossequio al male.
So che questo pianeta è dominato dal male, ma so anche che il bene, alla lunga vince sempre.
Il popolo vince sempre.
Non vorrei più vedere parlamenti che decidono in sfregio alla gente.
Non vorrei più vedere tribunali che decidono in sfregio alla gente.
Non vorrei più vedere tutori dell'ordine, non servono in una società giusta, dove la gente domina sovrana.
Sogno tutto questo, così intensamente, che lo vedo realizzato, è davanti ai miei occhi un mondo senza sfruttamenti dell'uomo sull'uomo, sugli animali, sulla natura, vedo il ritorno prepotente della civiltà contadina.
Vedo prepotente il conseguimento di un nuovo umanesimo, so che le mete che l'umanità raggiungerà, saranno eclatanti, una volta azzerate le fetenzìe.
Vedo la luce, e luce sia!





















Vedo la luce ... e luce sia !








































venerdì 25 marzo 2016

Andate a votare, mi raccomando.





Andate a votare, mi raccomando.
Una notizia curiosa che attira l'attenzione di qua.
Un programma televisivo che spiega come è potuto succedere che una madre abbia ucciso il proprio figlio di la.
La giornata della violenza sulle donne, giornata mondialista.
Un attacco terroristico vicino a noi, uno lontano.
Il grande palco dei cuochi perfetti e creativi.
Le competizioni canore.
L'isola di tutti e di più.
Il grande fardello che la gente si porta addosso, argomento da evitare.
Far sapere alla gente che, nonostante ci stiano mettendo le funi ai polsi, in fondo non si sta poi così tanto male, in italy.
La omelia dei giorni comandati, quella di pasqua da non disertare.
Le bugie di rai storia.
E del tg 24.
Le notizie dette a metà.
Le notizie completamente celate.
Le notizie false, quelle tendenziosamente condizionanti.
Hanno trasformato un popolo di potenziali imbecilli, in un popolo di conigli.
Tre, quattro, cinque, dieci suicidi per motivi economici al giorno, in italy.
Omicidi di stato, dove il boia si chiama banche o equitalia, o agenzia delle entrate.
Ma quali entrate?
Considerando che in questa barzelletta di paese circolano ogni anno duecento miliardi di €uro in meno, anno dopo anno, indovinate dove andremo a finire?
Chi aveva dieci, quindici anni fa, ora ha quattro, ancora qualche anno e sarà povero in canna.
Andate a votare, mi raccomando.










martedì 22 marzo 2016

LORO, le elite




ILSOVRANISTA.IT



LORO LE ELITE

LORO
LE ELITE

di Mariano Abis
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Loro, le elite, associano termini positivi alle loro istituzioni, gesti e simbologie coinvolgenti alle loro porcherie sociali e mediatiche, usano la lingua e il linguaggio in maniera strumentale, e dato che hanno predominanza mediatica, in maniera fondamentalmente plagiante. Il problema è solo uno, è che la gente non sa riconoscere quelle imposizioni mentali, e ne è assoggettata, la gente non ha capacità di discernimento, dopo il lavoro costante sul lobo sinistro del cervello di tutti noi. La razionalità, il distinguere, la capacità di estrapolare concetti nascosti e naturali del nostro essere. Esse impongono figure aleatorie, facendole passare per realtà, mentono spudoratamente, e lo fanno così tante volte che la gente, alla fine, assorbe le loro bugie e le assimila.
Hanno così tanta disponibilità di denaro ( abbondantemente sudato da noi ) , che trovano naturale utilizzarlo per sottometterci culturalmente ancora di più.
Lo scherzetto è definibile eterno.
E’ un loro diritto, fino a che noi lo permetteremo.
E fanno anche peggio, naturalmente.
L’inflazione? Una disdetta!
Il debito pubblico? Bisogna azzerarlo!
Importare? Si, ma con moderazione!
Esportare? Ecco, quello bisogna fare!
Regalare il frutto del lavoro della gente in cambio di che cosa? Di carta colorata che loro chiamano moneta.
Come possono dei luridi pezzi di carta colorata male, e spesso sudicia, compensare il tempo, la sofferenza, l’estro e il sudore di chi produce beni reali?
Ecco a cosa ci hanno portato, a considerare la moneta come bene essenziale, primario, ma ci rendiamo conto o no che siamo immersi in una colossale truffa?
Ma a noi, ora, interessa analizzare la sudditanza sia psicologica che culturale che inconsciamente subiamo.
Gesti ripetuti, simbologie diffuse, parole create ad hoc, sia attuali che antiche, neologismi condizionanti, il tono e la sinuosità delle parole, la loro durezza e gravità, il ricorso a personaggi noti per diffondere i loro messaggi, il più delle volte subliminali, le vibrazioni o che altro, dei centri commerciali, quelle che distribuiscono le tecnologie che stanno a nostro stretto contatto, questo ci distribuiscono a piene mani, frasi ad effetto, indirizzate solo ad uno scopo, farci credere che noi, la gente, al loro cospetto, valiamo meno di niente.
Spazzatura umanoide.
Ma quando mai?
Il loro freddo ed egoistico pensare, in funzione del dominio del portafogli, non può raggiungere le vette che la nostra creatività, estro, passione, amore per questo pianeta, la fondamentale predisposizione al bene, e al bene comune, alle interrelazioni personali concrete, virtuali e subliminali, che ciascuno di noi ha, per persone valide e, in definitiva, in costante contatto spirituale e mentale.
Avvenimenti e scoperte più concrete di quello che si potrebbe pensare; mariano abis, e lo dico senza timore di venire deriso ( non mi tange) , è in contatto costante, mnemmonico e vibrazionale, quantico, con una decina di persone, alcune delle quali distanti migliaia di chilometri.
Con alcune persone che nemmeno conosco personalmente.
Assolutamente non mi offendo se state sorridendo.
Alcune di loro parlano una lingua che non conosco, ma che capisco.
Alcuni di loro.
Alcuni di loro siamo noi stessi, tanta è la sinergia che ci lega.
Non c’è bisogno di tecnologia per questo, abbiamo tutto dentro, nei nostri intimi, derivato dalla nostra necessità impellente e robusta di metterci in comunicazione con l’universo, quello positivo, quello a noi più congeniale, quello che mira ai nostri stessi principi.
E alle persone che mi leggono, alla maggior parte, dico che sono certo che magari sono propense a inarcare verso l’alto la forma delle labbra, in una compassionevole forma di sorriso di circostanza, benevolo e sdrammatizzante, un sorriso che certifica la nostra autoreferenzialità come risibile, ma non è a loro che i miei sensi si rivolgono, io comunico con chi sa recepire correttamente il messaggio, e con chi ricambia.
Certo, grande valenza ha la constatazione che sarebbe meglio pensare unicamente ai nostri obiettivi, senza curarci di chi contrasta i giusti aneliti della gente, constatazione tipicamente di genere, risparmiare energie per esprimerle in funzione dei nostri fini, giusto, ma noi, appartenenti all’altro genere, abbiamo bisogno non di risparmiare, ma di spendere, evidenziare ed esprimere energie.
Abbiamo bisogno di reagire, anche immediatamente, ad una frase impropria, che magari dissacra il nostro operare.
Abbiamo bisogno di dissipare quel senso malefico che una determinata frase altrui può trasmettere, e lo possiamo fare solo contrastandola, ignorarla mi sembra innaturale.
All’altro genere chiedo di comprendermi, i meccanismi mentali sono distanti, magari avete ragione voi.
Tanti e soprattutto tante, mi dicono che sbaglio, che disperdo il mio tempo, sarà!
Difendere la nostra operatività, il nostro agire ed il nostro esprimerci, giusto o sballato che sia, mi sembra doveroso.
E’ un mio limite?
Devo evidentemente compiere un percorso che altri (altre) hanno già fatto, ma così è, tempo al tempo; come direbbe un mio grande amico, bisogna cogliere la mela quando è matura, la mela che dovrò cogliere è ancora in fase di fioritura, passerà molto tempo ancora perchè maturi.
Me ne dispiaccio.
(Per voi, io sto sereno.)
Mi dovrete scusare per questo, e se scrivo questi pensieri che voi chiamereste inutili o perfino dannosi, dispersivi, è per dare un orgoglio di popolo alla gente, per inficiare quando possibile i messaggi che loro ci trasferiscono, in maniera certo molto più massiccia di come posso fare io con queste righe, forse lette distrattamente da poca gente, si fa quel che si può.
Può essere che stia sbagliando, ma è un mio bisogno.
Comunico, e questo mi basta.
Trasferisco quel che posso, e questo per me, è sufficiente.

PS. Loro hanno il contratto, che avevano stipulato con le forze del male, in scadenza, forse hanno sbagliato i conti temporali, non quelli strategici, vogliamo dare loro la possibilità di recuperare in fretta?
Direi che non sarebbe cosa buona e giusta disinteressarci di loro, direi che un pochino del nostro tempo va dedicato a loro, per una volta pensiamo in maniera non positiva, ma in termini di contrasto, pensiamo alle loro malvagità, e consideriamo doverosamente un fattore preminente e inappuntabile, loro hanno lavorato per i fini maligni senza l’assillo del tempo, finora, e finora hanno agito con pazienza e perseveranza, come è che adesso hanno la frenesia di velocizzare, col rischio di compiere errori madornali?
Siamo in attesa di questi errori, errori che faranno capire alla gente che il loro dominio non si concretizzerà, che il nuovo ordine mondiale è di là da venire, chissà quando, forse MAI !
Mariano Abis
Mariano Abis

Simbologie






Simbologie

Simbologie

di Mariano Abis
simbologie

Ormai sono arrivato al punto che non mi metto a tavola, senza che non pensi che persino il gesto di nutrirmi sia condizionato da loro.

Non è certamente una forma di patologia ossessiva la mia, anche se qualcuno dei miei amici più stretti, ne ha la convinzione.

Fatto sta che qualcuno di loro, nella fattispecie quelli con i quali sono in costante contatto, pensa che sia affetto da qualche lieve forma maniacale di interconnessione con loro, come se mi stessero comunicando qualcosa.

E non lo pensa soltanto, qualcuno di loro mi ha detto chiaramente di smetterla, qualunque argomento si affronti, di pensare al come fanno, o come avrebbero fatto i nostri nemici.

Preciso che il mio nemico è quello che definisco la fetenzìa mondialista, con tutti i suoi annessi e connessi.

Non ho paura di usare il termine “nemico”: il buonismo a tutti i costi non mi interessa.

Ribatto che sarebbe il caso di guardarci intorno, e di fare uno sforzo per capire in quali e quanti modi (che mi sembra di poter definire evidenti), ci condizionano.

E non parlo di tecnologie alle quali noi non possiamo attingere, no, parlo delle simbologie e dei simbolismi spiccioli che loro piazzano in ogni dove.

Parlo di termini usuali, popolari (che popolari non sono perchè non codificati o inventati dalla gente), termini “trovati” da loro, essi finiscono per la maggior parte con ISMO.

Femminismo, comunismo, nazismo, fascismo, indipendentismo, razzismo, un popolo oppresso non cerca indipendenza, indipendenza da chè?

Non esiste nella mente delle persone il concetto di dipendenza, a meno che uno non ritenga di essere schiavo, avendo accettato supinamente quella condizione.

Nell’intimo del nostro cervello esiste una altra parola : Libertà.

E loro, le oligarchie culturali, col tempo, ci hanno imposto gli “ismi” in modo da disgregarci, il manifesto dei banchieri del 1892 è illuminante e recita testualmente “dividendo la gente la induciamo a consumare le sue energie in lotte su questioni per noi di nessuna importanza”.

Gli “ismi” fanno giusto al caso loro, come si può ben immaginare.

Io sono sardo, e nella mia lingua originaria, per quanti sforzi faccia per trovare la traduzione di ismi, non ci riesco, segno che forse non venivano usati, perchè essi non sono mai stati nel nostro intimo ancestrale.

Ora molti sardi, purtroppo, usano adattamenti neologici, ma sono convinto che chi usa quelle parole sia un servitore inconsapevole della cultura dominante, e accompagna spesso quelle parole imposte con termini falsamente “buonisti”.

Sappiamo benissimo che il loro sport preferito è il plagio mediatico supportato da condizionamenti globalisti.

Hanno a disposizione sociologi, psicologi, artisti, persino poeti, esperti di computergrafica, sanno come utilizzare immagini e colori, suoni e il cervello altrui.

Gente che riesce a sintetizzare concetti, filosofie, testi e comunicazione, le università al loro servizio, istituiscono persino premi per scovare talenti che fanno al caso loro.

La musica è uno dei loro campi preferiti, i talenti musicali che vanno per la maggiore sono foraggiati da loro, non fatemi fare i nomi, ci sono quasi tutti, e nessuno può fare carriera se non ha la loro approvazione, a volte sopportano qualcuno che evidenzia avversione alla fetenzìa, ma lo lasciano agire unicamente per dimostrare che si vive in un ambito non dittatoriale.

Ma siamo comunque evidentemente immersi in una malefica dittatura culturale planetaria.

Stando tentando di farci diventare tutti ovinidi, come direbbe un mio caro amico.

Però, mi chiedo, perchè noi, prigionieri di questo immenso matrix, non possiamo sfruttare, almeno alla bell’e meglio, le lezioni che ci impartiscono?

Penso, per esempio , che abbiano strumentalizzato le risultanze edipiane, sfruttate anche nello studio dei segni che la nostra grafia lascia sul foglio, l’alto indicherebbe spiritualità, il basso istintività, la direzione destra andare avanti, verso il padre, la direzione sinistra regresso, il passato, la maternità, l’ancestrale, il centro, la periferia, angoli e rotondità, pressione o leggerezza.

E che male c’è, dico io, il senso di maternità?

Il tornare indietro verso la nostra nascita?

Mica questa è la nostra prima vita, rendo l’idea?

Sono di parte, la mia cultura e la mia sensibilità si sono formate nella terra più matriarcale che esista al mondo.

Confusione o razionalismo.

Progressismo e progressività, abbiamo subito bene, purtroppo, i pessimi risultati.

E allora?

Perchè non inventare le nostre simbologie popolari?

Perchè non scegliere e diffondere i nostri messaggi?

Perchè non pianificare una serie di imput che certifichino senza ombra di dubbio che un certo simbolo prodotto, proviene unicamente dalla nostra cultura popolare, quella che ancora non sono riusciti ad ingabbiare?

Quella che va avanti incurante delle imposizioni elitarie?

Faccio un ragionamento, cercando di render l’idea di quello che voglio comunicare.

Ammettiamo che la gente scelga come simbolo caratteristico che la rappresenti, il colore indaco.

Ammesso e non concesso, come direbbe un grande.

Ecco, se l’idea è accettata, ogni forma di comunicazione popolare dovrà avere dei riferimenti a quel colore.

Un colore che ci rappresenti tutti.

Un colore che indichi giustizia, libertà, catene spezzate, sovranità personale, senso del bello e senso etico, non sto a specificare oltre, altrimenti facciamo notte, e voi vi stufate di leggermi.

Una canzone, se vuole comunicare in senso popolare, dovrà avere un riferimento a quel colore, un quadro non ne dovrà essere privo, basterebbe un puntino, una organizzazione popolare lo dovrà contenere, in ogni simbolo popolare dovrà essere evidenziato quel colore.

Abbiamo le scatole piene di occhi di horus, colonne e piramidi, di falci e di martelli, simboli mssonici, quelli sono simboli che dobbiamo rifiutare prima di tutto nella nostra mente.

E dato che “io sono mlns” , e dato che mi diletto di grafica, immagino di inventare un nuovo simbolo, per il Movimento o per la sardegna, cercherò allora di inserire in quella mia realizzazione il verde smeraldo del “mio” mare, il verde scuro della macchia mediterranea, il grigio-marroncino delle pietre nuragiche, magari il nero intenso dell’ossidiana, il bianco delle nevi del gennargentu, il celeste del cielo, quello che mi piacerebbe vedere, senza inutili e apocalittiche velature, e infine il colore della gente, che per convenzione abbiamo deciso essere l’indaco.

E dato che, come è ormai assodato, io sono mlns, nella mia casa e all’esterno di essa dovrà campeggiare il mio simbolo popolare, contenete il colore indaco.

Una bandiera sul balcone o sulla terrazza, un intervento a mo’ di murale sulla facciata che dà alla strada, un logo sulla mia cassetta delle lettere.

Un colore dentro la mia mente, un colore di libertà.
Mariano Abis
Mariano Abis