venerdì 7 ottobre 2016

EPPURE








Eppure esiste ancora gente, ed è la stragrande maggioranza, che preferirebbe rattoppare, ricucire, raffazzonare, rimbastire, piuttosto che distruggere per ricostruire.
Credere che questa società possa essere edulcorata, salvata, considerata, votata e timidamente approvata, è pratica da inscatolati irrecuperabili.
Sperare ancora che politici, giornalisti, burocrati, con i loro paggetti (o giullari) al seguito, si possano ravvedere, è da condizionati televisivi.
Se almeno la gran parte della magistratura fosse indipendente dalla politica, una piccola speranza ci sarebbe ancora.
Se almeno le forze dell'ordine dessero anche un minimo segno di repulsione verso il sistema, che penso loro stessi, intimamente, reputano iniquo, si potrebbe ancora sperare.
Se questa "cittadinanza" non fosse coraggiosa come una immensa conigliera, un barlume di speranza esisterebbe ancora.
Io che sono un inguaribile ottimista, stavolta non mi sento di avallare o considerare nessun tipo di illusione.
E allora, dove rabberciare significa curare con l'aspirina un malato terminale, non esiste altra via che distruggere per ricostruire.
Ma prima dobbiamo cambiare nel nostro intimo, ciascuno di noi, rifiutare i costumi fetenti che ci hanno imposto, riacquistare il raziocinio perduto, riprogrammarci, rifiutare i paradigmi imposti, buttare in discarica tv e giornali, e tutti, ma proprio tutti, adottare la pratica della disobbedienza civile e fiscale, la gente, quando è unita e determinata vince sempre.
Ci sarà da soffrire, ma è la soluzione più rapida che possa esistere per normalizzare secondo i principi naturali questo sistema.
Ridiventiamo, agli occhi dello stato e del sistema, esseri umani, e non più cittadini debitori e pagatori. 






















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