giovedì 3 novembre 2016

La teoria della minorità

La sardegna è bella così come è, e senza le intrusioni esterne, compiute per lo più dopo il 1900, sarebbe ancora più bella.
Senza tralasciare il fatto che senza la deforestazione ordinata da quell'emerito criminale di cavour, sarebbe un vero e proprio paradiso naturale.
E' paradossale il fatto che tutti quelli che frequentano l'isola, e che dicono di amarla, avrebbero le giuste soluzioni per renderla ancora migliore, tralasciando il fatto che si trovano di fronte ad un

immenso santuario a cielo aperto che comprende la totalità del territorio isolano, e che sarebbe obbligatorio salvaguardare.
Ci penseremo noi sardi a valorizzarlo, una volta liberi, per godere dei vantaggi anche a livello turistico, che altrimenti andrebbero alla matrigna italia.
Da una parte dicono di essere ammaliati dalla bellezza della natura selvaggia, dall'altra suggeriscono modificazioni che ne diminuirebbero quella specificità.
La sardegna è bella perchè è unica, e ineguagliabile, sarebbe un obbrobrio adottare soluzioni copiate dall'esterno, modelli di sviluppo che nulla hanno a che vedere con la specificità della nostra terra.

Il fatto è che molti sardi sono affetti dalla teoria che il colonizzatore spesso adotta: sminuire tutti i fattori unici della nostra nazione, a vantaggio di modelli esterni palesemente inferiori, e inadeguati.
C'è stato chi ha prospettato uno sviluppo industriale, e i politici locali, evidentemente ben foraggiati, lo hanno adottato, sradicando pastori e contadini dal contatto con la loro madre terra, per diventare degli anonimi operai.
C'è chi prospetta modelli di turismo importati, che non tengono conto del fatto che l'ambiente non va stuprato.
Nessuno afferma che non sia necessario costruire strutture ricettive, ma esse devono necessariamente risultare pressochè "invisibili".
Qualcun altro vorrebbe rendere l'artigianato sardo più produttivo, suggerendo tecniche vagamente industriali che lo snaturerebbe.
Qualcun altro suggerisce di confezionare e produrre le nostre eccellenze alimentari, in maniera altamente meccanizzata.
Quando poi si impongono tecniche agricole, forestali e pastorali, in ossequio all'altra matrigna europa, si rasenta il ridicolo.

Noi siamo quello che siamo, abbiamo bisogno di suggerimenti, ma non di imposizioni, se la nostra terra è bellissima, è perchè la gente sarda è riuscita a conservarla e a rispettarla più che altrove.
Nonostante le pesantissime ingerenze italiane.
Noi siamo quello che siamo, con i nostri pregi e i nostri difetti, siamo così perchè lo abbiamo voluto, e nessuno deve variare con alcun artificio la nostra predisposizione alla ruralità.
I poligoni militari e tutte le servitù italiche vanno chiuse, niente hanno da spartire con la nostra cultura, così come vanno chiuse fabbriche di armamenti che vanno contro alla missione di pace che l'umanità è chiamata ad adottare.
Non vogliamo scorie di nessun tipo, provenienti dall'estero, la nazione sarda saprebbe come sistemare i propri rifiuti.
Non vogliamo che il territorio agricolo venga invaso da insediamenti che molti etichettano come ecologisti, e che stuprano i nostri ambienti.

Non vogliamo soprattutto che la cultura italica e globalizzante, inquini la nostra idea di società umanistica, abbiamo insegnato al mondo a comunicare, commerciare e legiferare, non abbiamo bisogno di  nessuna teoria della minorità, noi siamo noi, e ci vantiamo di essere come siamo, voi non potrete mai capire la nostra filosofia di vita, se non ci apprezzate, e non amate la nostra terra.
Dovreste smetterla di considerarci minori, sappiate che abbiamo tanto da insegnarvi, e invece paradossalmente succede il contrario.
Succede che modelli di vita e di società indegni per gli esseri umani, prendono il sopravvento su una cultura millenaria che ha dimostrato di potersi gestire senza problemi.
E ci sono persino sardi contenti di assorbire paradigmi esterni, rifiutando quelli della propria nazione, lascio a voi il compito di definire quel genere di sardi. 

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