lunedì 6 marzo 2017

Cucumeus

Uno degli aggettivi che subisco molto spesso, e che gradisco, è il termine antipatico, (voglio essere oltremodo antipatico, perchè ciò mi consente di scrivere concetti esattamente come li ho pensati), anche se in genere rifiuto le catalogazioni sia per me, che per i miei amici.
Una codificazione che mi è oltremodo simpatica è il termine visioneri.
Altre codificazioni, che di per sé sarebbero positive, mi lasciano indifferente, come per esempio risvegliato, o patriota, anche se in passato le ho accettate di buon grado.
Sul termine patriota, poi, ci sarebbe da scrivere una montagna di libri, la mia gente, ignava, sedata, fondamentalmente pavida, non merita patrioti.



Mi piace invece catalogare, anche in modo dissacrante, i miei nemici, e i nemici della gente, e in genere ci vado giù pesante.
Uso spesso termini come fetenzìe, e feten-sion, coniati da jolao77, che mi sembrano parole che esauriscano il concetto  di quanto figli di puttana siano i nemici della gente, nemici che fanno del democidio e del genocidio la loro religione.
Ho da poco adottato un termine coniato da un mio ottimo amico, che esprime un concetto oltremodo chiaro, il termine cucumeus, che tradotto dalla lingua sarda al dialetto italiano significa cuculo.
In questo, e in tanto altro ancora, penso di essere uno dei pochi esseri viventi che non ha intenzione di definirsi democratico, e nemmeno cristiano, mi piace fare ai miei nemici, quello che non vorrei fosse fatto a me.

La gente ha accettato la parola democrazia con noncuranza, di buon grado, ignara della pesante manipolazione commessa su questa parola, un termine fasullo, schiavizzante, funzionale alle mire plagianti delle fetenzìe.
Ai miei amici dico solo di essere visioneris, di cercare di capire come gira il mondo, di studiare e informarsi, di osteggiare i paradigmi sionisti e imperialisti, globalizzanti e multinazionali, di rimuovere le scorie melmose indotte a forza dalle oligarchie, che ricoprono la nostra mente ancestrale.
I concetti che dovrebbero essere vincenti, per una reale liberazione della gente, devono essere, per forza di cose, naturali, immediati, comprensibili, semplici e potenti, come solo la natura sa essere.
©marianoabis


https://jolao77.blogspot.it/2017/11/in-vena-di-iperboli.html

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