domenica 7 giugno 2015

Non mi fai paura



Non mi fai paura.
Non lo faccio mai, ma le regole esistono, a volte, per essere infrante. Quando mi accingo a scrivere un romanzo o un articolo, lo faccio di getto, ma solo dopo averlo pianificato per benino, e avendo bene in mente la struttura, l'ossatura sulla quale dovrò lavorarci su.
Stavolta preferisco scrivere di getto, e a caldo, sull'onda degli avvenimenti scaturiti dalla bella giornata di unità e partecipazione dei sardi verso un problema ineluttibile.
La brutta storia che non esito a definire "coloniale", è quella delle scorie nucleari destinate alla nostra terra, come se non bastassero gli stupri ambientali, e non solo, alla quale da tempo immemore è stata sottoposta. Niente più che colonia.
Circa seicento persone si sono date appuntamento sotto i portici della regione, a cagliari, per dimostrare che le scorie nucleari se le possono mettere dove meglio credono, ma non certo in sardegna. E fin qui tutto bene.
Quando tornai dal continente dopo una permanenza lavorativa durata dieci anni, decisi di scrivere di sardegna, e militare in un raggruppamento indipendentista. Avevo capito che senza spinta e partecipazione attiva dal basso, i problemi sono irrisolvibili, chi ci "rappresenta", infatti, è assodato, non ha nessuna intenzione di fare gli interessi della gente, è li per sue necessità personali e nepotistiche, niente più che un servo di poteri forti. Ormai sono più che mai convinto che la rappresentatività così come intesa in italy, è una colossale fregatura. Un assurdo paese dove impera la demeritocrazia, dove i peggiori governano.
Mi stavo guardando intorno, e volevo scegliere un movimento o un "partito" o un gruppo, che mi potesse in qualche maniera assomigliare, e nel quale avevo intenzione di militare (che brutta parola!).
In cuor mio avevo già scelto, anche se in quel periodo cercavo conferme. E poi, come un fulmine accecante, e dal boato intensissimo, qualcuno mi parlò dei movimenti di liberazione nazionali, e delle esclusive possibilità che offrivano, in antitesi e in raffronto ai classici schieramenti che agiscono secondo la giurisprudenza italiana. Non mi ci volle molto a capire che agendo secondo il diritto internazionale, avremmo avuto immensamente più frecce al nostro arco, riguardo ad uno schieramento classico "sardo-italiano". Ma anche più problematicità e più rischi. Si trattava, in buona sintesi, di non riconoscere lo stato italico occupante la terra sarda.
La legge 881, riferita all'articolo dieci della costituzione italica, ratificata dall'italia nel 1977, ed altre leggi, certificano senza ombra di dubbio, che un popolo definibile tale, secondo alcuni parametri, deve essere messo nelle condizioni di potersi autodeterminare. Cominciai a scrivere di autodeterminazione e decolonizzazione, tenendo ben presente, ed esplicitandolo, che anche la sardegna è immersa in ambiti planetari, e appunto per questo risente di decisioni globaliste. Qualcuno notò i miei testi, e mi propose di far parte del governo provvisorio dei sardi. Accettai in maniera entusiastica, pur sapendo che i rischi per uno come me, che scrive esattamente quello che pensa, e non si tira indietro di fronte alla verità, sarebbero stati enormi. Mi impegnai su certe "campagne" mediatiche, dato che scrivevo articoli per tre quotidiani on line, che tendevano a far capire ai sardi (secondo il mio punto di vista e le mie competenze, pure opinabili, ma personali, e scaturite da ragionamenti e da una buona dose di intuitività, che penso di possedere), che la nazione sarda era sotto dominazione straniera, attirandomi così le antipatie di persone che attualmente, alla luce dei riscontri recenti, considero irrazionali e fondamentalmente morte di sonno. Perchè non hanno capito che la gestione politica della sardegna o il governo "sardo", allo stato attuale, non possono decidere un bel niente.
Hai voglia di parlare di simbologie, di nwo, di sottrarre legalmente territori all'italia, niente da fare, il sardo è cocciuto e si chiude alle nuove tematiche, e poi non ha capito che le ideologie sono state inventate per disunirci. E allora dagli all'autore (all'untore), non bastano le dita delle mani per contare gli avvertimenti e le minacce alle quali sono stato sottoposto, per giunta da parte di gente che si definisce indipendentista o sovranista, e che dovrebbe essere dalla nostra parte e collaborare intelligentemente con noi. Finora ho fatto qualcosa di positivo, almeno spero, per la mia gente, e voglio avvisare qui, che le minacce mi scivolano addosso, e quanto più pesanti sono, più mi rendo conto che sono espresse da gente che non ragiona, menti ottenebrate dal fatto che, si, un movimento di liberazione, secondo la giurisprudenza corrente, è una organizzazione per così dire, a struttura militaresca, ma noi siamo gandhiani, pacifisti, razionali, (sentito mai parlare, magari di straforo, di logica?), siamo convinti che la forza della ragione e della verità, alla fine prevarrà sulla irrazionalità e sull'istinto. E la sardegna sarà libera, come è giusto che sia.

:Mariano-Abis.

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