domenica 31 luglio 2016

Su contu da sa rana


Su contu de sa rana
Tziu Cicciu Peppi da biddesorris una dì iad'offiu fai una prova. 
Adi postu una rana in una pingiada de accua buddendi, sa rana non adi aggradessiu totu kussu cellentori, e cun d'unu brinkidu sin c'esti fuida.



Genti travessa

Esistono, nel banalissimo gioco degli scacchi, delle tecniche così sofisticate che sembrerebbero vadano contro ogni logica.
Una di queste tecniche viene definita come "attacco ai raggi x".
Il gioco degli scacchi sarà anche un gioco semplicistico, insipido, e la logica, non sempre è evidente nelle mosse che si eseguono.
E così, durante il corso della partita, come nella vita, vengono apprezzati dai più le mosse evidenti, le azioni più palesi, quelle che mirano a risultati esaustivi e raggiungibili in tempi brevi.

I 5 comandamenti


2022 la fine del dominio del male.



sabato 30 luglio 2016

Non ti preoccupare

Non ti preoccupare, e comincia a gustare gli aromi della prossima , futura, inevitabile matrix.

Chiudi gli occhi, tappa la bocca, metti il cervello in stand by, non alzare mai gli occhi verso il cielo, partecipa alle raccolte punti, fatti quante più possibile carte fedeltà ai centri commerciali.

venerdì 29 luglio 2016

I ripetitori televisivi




Che la tv sia satellitare, in rete, digitale terrestre, o via cavo, ha bisogno di ripetitori.
In mancanza di ripetitori perde la totalità delle sue funzioni.
Il segnale va replicato all'infinito, altrimenti quello strumento si discredita da se.
Una parvenza di serietà le viene concessa dagli utili imbecilli che fungono da ripetitori.
Alcuni sono foraggiati dal potere per dare una parvenza di incisività sulla gente, senza di loro la televisione non avrebbe senso.
O meglio, sarebbe uno strumento con funzioni di costume o culturale, non utile al sistema.
I mantra popolari sono difficili da attecchire sulla gente, ma la tv è per antonomasia la grande mentitrice.
Se tutti fossero certi che la tv non ha una funzione culturale, il declino di quell'elettrodomestico, il più dannoso che esista, sarebbe in atto.
Ormai tutti sanno che non esercita una funzione, ma una finzione, e allora ecco che in rete appaiono come per incanto uno stuolo di boldrini boys, per avallare i paradigmi televisivi.
Questa società è una società televisiva, l'italia stessa è definibile come televisiva, tutto è virtuale, anche le bollette da pagare, carta straccia, in uno pseudo stato che considera i suoi cittadini solo degli utili debitori e pagatori, in procinto di rifiutare i mantra televisivi.
Prendere tanto per non dare niente, il canone in bolletta energetica è un sopruso da dittatura sud americana.
E i soprusi, secondo il diritto naturale, non vanno accettati.
Impoverire la gente per tenerla costantemente sotto ricatto debitorio.
Rifiutare tutto quello che ci viene dallo stato e dalle fetenzìe è ormai diventato indispensabile.
Definibile come legittima difesa.
Ogni famiglia dovrebbe auto prodursi l'energia che le serve, il cibo che consuma, avere il tempo per cercare i rimedi naturali alle malattie, dovrebbe rifiutare di riconoscere il paradigma che ogni stato possa o debba esercitare giurisdizione sugli esseri umani.
Nella civiltà contadina il tempo aveva rilevanza irrisoria, oggi è motivo di ladrocinio da parte dello stato anche il nostro tempo.
Riappropriamoci  dei principi di una società naturale, rurale, nella quale tutti i rimedi si potevano trovare in natura, in maniera gratuita, e non in un maledetto centro commerciale.
Paghiamo persino l'acqua da bere, tra poco pagheremo anche l'aria per respirare.
Paghiamo per parcheggiare, per andare al mare, per il ritiro della spazzatura derivata da raccolta differenziata, paghiamo per la nostra stessa casa, e per gli strumenti che ci consentono di spostarci per lavoro, tutto questo deve finire, gli stati che vessano i loro "cittadini" devono scomparire.
Hanno inventato la televisione per condizionarci, la scuola per formarci alla loro società, la moneta per indebitarci e per poter pagare le imposte.
Monete statali o, peggio, private, non sono accettabili dalla gente che ragiona, la moneta o è di proprietà della gente, oppure è una truffa.























giovedì 28 luglio 2016

Imbecilli disinformatori in rete

Mi spinsi, qualche tempo fa, a sostenere una affermazione più o meno contestabile, dicevo che chi tratta qualunque argomento (economia, politica, cultura, finanza, imposte, storia, costume, moneta, globalizzazione, lingue, consumismo, società e quant'altro) non lo può "spulciare" in maniera esaustiva se non ha studiato a fondo "anche" il mondialismo.
Ritengo che essere esperti, o super esperti, in determinate materie, se non si hanno competenze più o meno sviluppate in tutti gli altri settori, sia una grave limitazione.
Conoscere le loro teorie è fondamentale, teorie dulles, kalergi, gender, conoscere a fondo il neoliberismo, sapere quali sono le tecniche di condizionamento mediatico, sollevare lo sguardo per immaginare a cosa potrebbero servire i graffi nel cielo, essere al corrente che il campo è invaso sia dalle loro che dalle nostre vibrazioni, è basilare.


domenica 24 luglio 2016

CITTADINI






Noi, ma solo noi, che proveniamo dalla civiltà rurale che ha dimostrato per millenni di essere compatibile con la vita e la continuità di questo pianeta, abbiamo sensi di frustrazione al solo sentire nominare la parola cittadini.
Le fetenzìe politiche, succubi delle fetenzìe oligarchiche e finanziarie, di concerto con le fetenzìe giornalistiche, abusano continuamente del termine cittadino, e lo presentano come dispensatore di vantaggi per la gente.
Così non è.
Ti dicono che essere cittadini ti da il diritto di scegliere il tuo futuro con le votazioni, ti dicono che votando eserciti la tua sovranità politica, ma non ti dicono che tale sovranità resta sospesa fino alle prossime, lontanissime elezioni.
Ti dicono che essere cittadini significa godere di tutti i vantaggi di appartenere ad uno stato, ma non elencano i macroscopici svantaggi.
Le votazioni che descrivono come un diritto, in realtà sono una colossale presa per i fondelli.
Mai nessun popolo, nella storia millenaria della democrazia delegativa, ha scelto chi dovesse rappresentarlo, ha subito piuttosto le scelte altrui, di quali dovessero essere i suoi carnefici.
Il mondo è governato dalle fetenzìe oligarchiche, mai dalla gente.
La stessa osannatissima rivoluzione francese è stata una colossale manipolazione a danno del popolino.
Noi che proveniamo dalla civiltà contadina, cogliamo più di altri la grande truffa che descrivono come democrazia.
Gli antichi popoli shardana, e tutti i popoli ancestrali, non eleggevano, non delegavano, non votavano, ma in ambiti di assemblee sovrane di esseri umani, essi si, con inalienabili diritti, sceglievano chi dovesse interessarsi del bene comune, sotto il diretto controllo dell'assemblea.
Questa è vera democrazia, questa è viva e reale meritocrazia, questo è partecipare al bene comune, le deleghe non hanno mai funzionato, se non a vantaggio delle oligarchie.
Noi che cittadini non siamo, preferiamo scegliere direttamente, non vogliamo essere rappresentati da chicchessia, sarebbe ora che anche gli altri, i votanti, analizzassero a fondo l'immensa truffa delle elezioni, il voto è stato inventato dalle elite, per estraniare il potere dalle mani della gente.
Se vi va bene questa colossale truffa, e non avete interesse di decidere realmente il vostro futuro, continuate a votare, mi raccomando, continuate ad essere cittadini debitori e pagatori.


























sabato 23 luglio 2016

La brezza dell'est



Abbiamo insegnato al mondo l'arte della navigazione, abbiamo distribuito a tutti il nostro sapere e la nostra arte, vennero e pretesero di variare la nostra cultura, e ci sono riusciti.
Abbiamo insegnato giurisprudenza al mondo, vennero e ci imposero i loro codici marittimi, e ci sono riusciti.
Le nostre navi partivano cariche e tornavano vuote, le loro partivano vuote e tornavano cariche.
Abbiamo insegnato agli antichi greci, arte e democrazia, abbiamo insegnato ai faraoni l'arte di amministrare.



MATRIX








Viviamo in una realtà artefatta, la maggior parte se ne sta accorgendo (alla buonora) dopo i crolli programmati e preventivati dei palazzi dell'undici settembre.
Se non la avessero combinata così grossa, chissà per quanto tempo ancora ci avrebbero preso per i fondelli.
I complottisti, ad ogni massacro, vero o falso che sia, invocano il false flag, almeno dimostrano di avere un cervello pensante, un cervello che mette in dubbio tutto è, a parer mio, da ammirare.
Certo, si vive male, sapendo che esistono le fetenzìe che distribuiscono il male nel pianeta; è molto più comodo e rilassante pensare che massacri, crisi economiche e lavorative, penuria di moneta, cibo e medicine scadenti e dannosi, migrazioni, suicidi per indigenza, siano frutto del caso.


venerdì 22 luglio 2016

DE GHISA



In lingua sardo campidanese il termine "de ghisa" è oltremodo dispregiativo, indica qualcosa di malamente artefatto, non ben rifinito, mal pensato, mal riprodotto, di scarso valore.
Chi si pontifica affermando di essere la persona migliore del mondo, la risposta che si deve aspettare è : "de ghisa".
Nell'accezione comune la ghisa è il metallo, o lega che dir si voglia, meno nobile che esista. E così ci piace affermare che la costituzione definita la più bella del mondo, è de ghisa. Una costituzione che pone come bene primario dell'uomo il lavoro, è stata sicuramente scritta da individui che avevano seri problemi di dissociazione cognitiva.
Non avevano ben presente il concetto di libertà collettiva quando si sono messi a scrivere l'articolo 5 della costituzione. Che tramite la costituzione più brutta del mondo venga impedita la giusta auto determinazione ad ogni popolo che dimostri di volerla, da un articolo della costituzione, è aberrante secondo il diritto internazionale e secondo il Diritto Divino.
Il mantra che sia la costituzione più bella del mondo è de ghisa, come è de ghisa la definizione che la repubblica italiana è uno stato, essa è una società privata, una corporation, e pertanto non può essere uno stato.
Noi che uno stato con tutti i crismi di legalità, vorremmo costituirlo, avremmo la strada impedita, non percorribile, da un articolo di ghisa. E gli articoli di ghisa non vanno rispettati. L'italia è una e indivisibile, chissà quale malefico intruglio si erano bevuto i cosiddetti padri costituenti de ghisa.
Ma niente paura, noi non vogliamo dividere l'italia, non siamo autonomISTI, non siamo separatISTI, non siamo indipendentISTI, cerchiamo solo libertà per tutti i popoli sardi delle isole e della penisola sarda, altrimenti erroneamente definita penisola italiana. Anche il termine italiano è malignamente artefatto, termine de ghisa.
Tutta la civiltà europea, lingue comprese, nasce in terra di sardegna. Noi non vogliamo dividere la cosiddetta italia, vogliamo cementare l'unione dei popoli dello stivale e delle isole, con il legittimo ripristino del regno di sardegna, dove i regnanti sono i singoli individui sovrani responsabili, uniti da quella merav.
igliosa parole che risponde al nome di meritocrazia. Una nuova costituzione verrà riscritta dalla gente, e stavolta i pressapochismi de ghisa tipicamente italiani saranno banditi.
Per una volta saremo noi a distribuire mantra a profusione, il primo sarà il termine sardo che sostituirà la parola italiano, tutto è nato qui, la lingua, la civiltà industriale, il made in italy, la giurisprudenza occidentale, il popolo sardo nuragico shardana atlantideo è stato il faro dell'europa, e presto tornerà a diffondere la sua luce in tutto il mondo occidentale. Luce popolare, che surclasserà quella che vorrebbero diffondere gli illuminati, illuminati de ghisa, è inutile che cerchino di costruire il nuovo ordine mondiale, il vertice della piramide non verrà mai completato, l'originale, unico, vero ordine mondiale rispettoso di tutti gli abitanti del pianeta, è nato anche esso in sardegna.
:Mariano-Abis.

giovedì 21 luglio 2016

Il sacrificio del pedoncino



Le iperboli ci sono sempre piaciute, così pure come descrivere la realtà delle cose in maniera simbolica.
Immaginiamo che il pianeta terra sia una sconfinata scacchiera, la casella bianca va sempre a destra di chi gioca, per convenzione, e per una volta diventiamo anche noi convenzionali.
Sono schierati due eserciti, il bianco e il nero.


lunedì 18 luglio 2016

ELOGIO ALLA FOLLIA

Per noi che abbiamo conosciuto la civiltà rurale, ci sembra innaturale questa società globalizzata, questa società fasulla dove vi fanno credere che consumare a dismisura è benefico, sia per la salute che per l'economia.
Poi non lamentatevi se due su due contraggono le malattie più strane, se uno su due è affetto da cancro.
Che strana sensazione scoprire di nascere pompiere e morire incendiario.
Strana sensazione dettata dal fatto che di questa società non c'è niente da salvare, perchè la abbiamo consegnata alle oligarchie, perchè la gente ha perso il controllo della propria vita e dei propri pensieri.
E vi trovate a ragionare come loro vorrebbero, corteccia cerebrale colonizzata dalle fetenzìe, tanto da scoprirvi contenti di andare a votare, di riconoscere stati costruiti contro la gente, costruiti contro natura.


domenica 17 luglio 2016

Il falco

Eppure, non in questa, ma nella mia prossima vita, farò un esperimento.


Mi adeguerò al sistema imperante, ragionerò come esso vuole che la gente ragioni, sarò ligio alle regole, sono certo che soffrirei meno, di quanto soffra oggi.
In fondo non è difficile, forse è persino più semplice che fare
l'eterno contestatore, basta tenere gli occhi chiusi, la bocca tappata, e le orecchie sorde....il massimo della tranquillità.


Umanità in disfacimento








Non è necessario rilevare che esiste un movimento che auspica l'estinzione della razza umana, per capire che qualcuno sta lavorando alacremente a questo progetto.
Sopolamento di tutto un continente attraverso il ricorso a genocidi, carestie, guerre tra etinie e bazioni, graffi nel cielo, virus da laboratorio e vaccini portatori di malattie, i cibi mai più naturale, le medicine sempre più invasive, piano kalergi in piena attuazione, piano dulles dalla ridondanza assoluta, gender a tutto spiano, haarp, mouss, a breve blue bean, piani monarch e similari, condizionamenti di massa, anche tramite vibrazioni spurie.
Tutto concorre a rendere il pianeta invivibile, loro, le fetenzìe sono i seminatori del male.
Il fine del movimento filosofico del VHEMT ( Voluntary Human Extinction Movement,) è l'estinzione del genere umano per salvaguardare l'ecosistema terrestre, indicando come unico responsabile del disfacimento delle specie presenti nella terra l'uomo.
Naturalmente siamo certi che non è l'uomo responsabile di questo disastro, ma le oligarchie dominanti e criminali.

Sarebbe il caso di porre una pesante pietra tombale su questa malaugurata ipotesi, ben sapendo che la civiltà contadina, per svariati millenni, ha rispettato pienamente il pianeta, e gli ha consentito di prosperare e avanzare.

E' necessario piuttosto abbandonare i paradigmi di autentici criminali che chiamiamo fetenzìe, che spingono il genere umano verso globalizzazioni, consumismi e incontri forzosi e innaturali di diverse etnie, esplicitato dal famigerato piano kalergi.

Un oncologo che non apprezzo, afferma che l'incidenza del cancro in piena civiltà rurale, quaranta anni fa, è stato uno su venti, mentre ora è uno su due.
Ammetto che la notizia è plausibile, visto che le fetenzìe ci obbligano ad alimentarci con le loro porcherie, e stanno attualmente cercando di impedirci di coltivare e allevare in maniera autonoma.

Non c'è bisogno di seguire l'evolversi delle direttive del vhemt, per capire che qualcuno vuole portare l'umanità all'estinzione, per niente volontaria, o forse per realizzare un pianeta spopolato da umani, nel quale loro sarebbero i faraoni e la gente gli schiavi moderni, protetti da una semi casta interrmedia di giornalisti, politici, e poliziotti.

E allora è necessario contrastare gli imbecilli fetenti delle cosiddette elite, gente senza morale, senza onore e senza cervello.
Sappiamo per certo che hanno impiegato molti secoli per completare il vertice della loro fragile piramide di arenaria, e ancora non ci sono riusciti, visto e considerato che non hanno un cervello razionale.
Consigliamo loro di prendere esempio dalla millenaria civiltà nuragico shardana, ben più etica e potente della pseudo civiltà che vorrebbero costruire, il nuovo ordine mondiale non verrà mai realizzato, perchè l'unico, originale, vero ordine mondiale della gente sovrana responsabile, è già esistito settemila anni fa in terra di sardegna, consigliamo loro di venire in sardegna per prendere ordini da noi.


























Umanità in disfacimento








Non è necessario rilevare che esiste un movimento che auspica l'estinzione della razza umana, per capire che qualcuno sta lavorando alacremente a questo progetto.
Il fine del movimento filosofico del VHEMT ( Voluntary Human Extinction Movement,) è l'estinzione del genere umano per salvaguardare l'ecosistema terrestre, indicando come unico responsabile del disfacimento delle specie presenti nella terra l'uomo.
Naturalmente siamo certi che non è l'uomo responsabile di questo disastro, ma le oligarchie dominanti e criminali.

Sarebbe il caso di porre una pesante pietra tombale su questa malaugurata ipotesi, ben sapendo che la civiltà contadina, per svariati millenni, ha rispettato pienamente il pianeta.

E' necessario piuttosto abbandonare i paradigmi di autentici criminali che chiamiamo fetenzìe, che spingono il genere umano verso globalizzazioni, consumismi e incontri forzosi e innaturali di diverse etnie, esplicitato dal famigerato piano kalergi.

Un oncologo che non apprezzo, afferma che l'incidenza del cancro in piena civiltà rurale, quaranta anni fa, è stato uno su venti, mentre ora è uno su due.
Ammetto che la notizia è plausibile, visto che le fetenzìe ci obbligano ad alimentarci con le loro porcherie, e stanno attualmente cercando di impedirci di coltivare e allevare in maniera autonoma.

Senza parlare di guerre, pestilenze, crisi indotte, genocidi, mouss, chem trails, haarp, geo ingegneria assassina, vibrazioni spurie e chissà quali e quante altre diavolerie innaturali e criminali.

Non c'è bisogno di seguire le direttive del vhemt per capire che qualcuno vuole portare l'umanità all'estinzione, per niente volontaria, o forse per realizzare un pianeta spopolato da umani, nel quale loro sarebbero i faraoni e la gente gli schiavi moderni.

E allora è necessario contrastare gli imbecilli fetenti delle cosiddette elite, gente senza morale, senza onore e senza cervello.
Sappiamo per certo che hanno impiegato molti secoli per completare il vertice della loro fragile piramide di arenaria, e ancora non ci sono riusciti, consigliamo loro di prendere esempio dalla millenaria civiltà nuragico shardana, ben più etica e potente della pseudo civiltà che vorrebbero costruire, il nuovo ordine mondiale non verrà mai realizzato, perchè l'unico, originale, vero ordine mondiale della gente sovrana responsabile, è già esistito settemila anni fa in terra di sardegna, consigliamo loro di venire in sardegna per prendere ordini da noi.


























sabato 16 luglio 2016

Il referendum di pimpirimpò.






“E’ sufficiente che il popolo sappia che ci sia stata un’elezione. 
Chi vota non decide niente.
Chi conta i voti decide tutto.”

Non vi svelo a chi viene attribuita questa frase, altrimenti la discussione prende una direzione che non desidero percorrere.
In questa società privata denominata italy corporation, quanto detto è più che mai attuale e plausibile.
In sardegna esistono degli strani personaggi che amano definirsi indipendentisti, il che non è certo un motivo di merito per loro, in quanto se ambiscono all'indipendenza, significa che dipendono dallo stato colonizzatore.
Io che non dipendo dall'italia, preferisco parlare di libertà.
E siccome a parole dicono di rifiutare l'italia, ci si aspetterebbe che dell'italia, di questa risibile pseudo repubblica, non riconoscano niente, nè giurisprudenza, nè giurisdizione, nè elezioni e nè referendum.
Invece mi fa senso vederli in spasmodica attesa di un buffo referendum italiano che non decide niente e non conta niente, al pari della stragrande maggioranza dei passati referendum disattesi.
Mi fa senso constatare  che esistono più italiani tra gli indipendentisti che altrove.
Continuate a votare mi raccomando, la logica si può benissimo buttare a mare, e il raziocinio non è di questa terra isolana.
Mi fa senso comunque scoprire che qualcuno si gloria ancora quando il presidente di seggio, prendendolo per i fondelli, gli dice : il signor indipendentista ha votato. 
























Scuola e scacchi.

E' inutile che un insegnante abbia dalle ottime idee e caratteristiche, se è "ingessato" sul comportamento e sui metodi. 

La scuola come la intendo io è un continuo laboratorio, un continuo scoprire, ed esplorare in libertà, ciascun alunno può scegliere il

giovedì 14 luglio 2016

Fracchia la cornacchia .








Fracchia la cornacchia, questa storia è assolutamente vera.
Le cornacchie sono esseri spregevoli paragonabili persino all'umanità-
Fracchia la cornacchia, qui rappresentata con il mio amico FLY, è stata ospitata per lungo tempo, curata con amore, e nutrita abbondantemente dal sottoscritto e rispettata da FLY, mi sembra il massimo.
Aveva una ala spezzata, in casa mia si è ristabilita, e nonostante avesse capito che da noi non aveva niente da temere, una volta spiccato il volo, non è mai più tornata a trovarci.
- Trovo questo atteggiamento molto simile al comportamento umano, abbiamo tanto da imparare dagli animali, sia nel bene (FLY) che nel male (FRACCHIA).












mercoledì 13 luglio 2016

L'italia dei numeri dispari


L'italia dei numeri dispari, stato e numeri in sfregio alla gente del sud, in sfregio agli isolani.
Il 47 della fusione imperfetta, il 61 dell'unione massonica.
Il chilometro numero 51 di una ferrovia in terra pugliese, reputata ideale, ferrovia economicamente in attivo, ma le finanze e la sicurezza sono sempre in contrasto, inversamente proporzionali, 27 morti, altro numero dispari.
11 omicidi di stato al giorno, nell'italia delle banche, nell'italia delle fetenzìe, nell'italia delle votazioni, dei misteri, e dei conti in ordine per le oligarchie, e in disordine per la gente.









lunedì 11 luglio 2016

Il mio amico Oscar



Il mio amico Oscar


Non ho mai sentito un Palestinese definirsi israeliano, mentre qualche volta mi capita di incontrare Sardi che si definiscono "italiani".
Scambiare l'occupazione di un territorio con l'appartenenza al popolo occupante, è il trionfo assoluto di ogni regime coloniale che si è instaurato con l'inganno e con la violenza, ed è proprio quello che ha fatto italy corporation nei confronti della Sardegna.
L'inganno perpetrato con la manipolazione mentale e con la conseguente educazione alla minorità, e la violenza fisica perperpretata con l'utilizzo delle forze armate di occupazione, sono le armi principali attraverso le quali la società privata "repubblica italiana" è riuscita a sottometterci e a privarci di ogni nostra risorsa e ricchezza.
La paura viene alimentata in continuazione dal sistema illusorio e malvagio che il regime coloniale ci ha cucito addosso, ma per uscire fuori dalla matrix bisogna innanzitutto smetterla di alimentare la paura, e prendere consapevolezza di ciò che siamo realmente.
Solo in questo modo potremo vivere in pace e liberi dal cappio del colonizzatore.
Oscar Cabriolu 









































domenica 10 luglio 2016

Ho bisogno










Ho bisogno
Ho bisogno di chiudere gli occhi di fronte alle innaturalità di questo sistema, ho bisogno, dopo una notte di sonno sereno, di fare colazione con una pera, che magari trovo sulla pianta a due passi.
Di raccogliere frutti e vegetali direttamente dalla natura, senza doverli scartarli da un innaturale involucro di plastica, ho bisogno di bere il latte di una pecora appena munta, senza dovere aprire una confezione di tetrapack. 
 
 

sabato 9 luglio 2016

L'italia è in guerra


L'italia è in guerra
L'italia è in guerra, guerra detestabile, tanto più perchè non dichiarata.
L'italia è in guerra contro i suoi stessi popoli, la sua stessa gente.
In guerra contro i cittadini debitori e pagatori.
Una guerra vorace che fa aprire e chiudere imprese a dismisura, che getta sul lastrico intere comunità, una guerra che fa 4000 vittime all'anno. Omicidi di stato, non suicidi per indigenza.

venerdì 8 luglio 2016

Pensieri sparsi sulla scuola






Pensieri sparsi sulla scuola. 
Cercherò di esprimere concetti, piuttosto che affermazioni più o meno condivise (della qual cosa esprimo il mio parere personalissimo, suscettibile di modifiche anche corpose). 
Bene, premesso che l'altra parola, "istruzione" non suscita in me particolari segni di benevolenza, perchè mi sembra una imposizione di idee, vado ad esprimere il mio parere. 
Penso che allo stato attuale delle cose, la scuola, fin dai primi anni, sia indirizzata a plasmare il carattere degli alunni, e convogliare concetti verso obiettivi funzionali a una società che non sopporta particolarismi, e ciò non incontra i miei favori. 
Immagino una scuola diversa da quella attuale, pur tenendo valide le classiche materie di insegnamento, i ragazzi dovrebbero si, avere presenti, che so, i processi storici che hanno generato avvenimenti, o trasformazioni geografiche generate da tali avvenimenti, ma le conclusioni a cui l'alunno deve arrivare, devono essere valutate da se stesso e non imposte dall'insegnante. 
Ci può arrivare in due maniere, o secondo la sua sensibilità, o seguendo ragionamenti collettivi dei suoi compagni e insegnante, che però non deve assolutamente indirizzare in alcun modo verso conclusioni di comodo, o convenzionali. 
Stiamo parlando di un ambito che è sempre stato usata dal potere per inculcare concetti, per indirizzare. 
Come possiamo evitare questa stortura? 
Semplice, basta non fornire loro alcun supporto da seguire, ma costringerli ad informarsi autonomamente in un ambito dove acquisire informazioni è la cosa più semplice che esiste, diverse fonti di informazione consentiranno loro più di un confronto, sperando che le conclusioni siano abbastanza condivise. 
Se invece si parla di matematica, allora il discorso si fa più complesso, perchè soggetto a regole fisse, ma in quella materia l'insegnante dovrebbe favorire processi logici, e arrivare a conclusioni partecipate con gli alunni. 
Mai imporre niente, nessuna forzatura, nemmeno in questa materia che sembrerebbe "ingessata", gli alunni dovrebbero arrivare alle soluzioni ragionando sia autonomamente che possibilmente in maniera collettiva.
Per arrivare a conclusioni logiche, non è indispensabile conoscere regole fisse a memoria, quelle si potrebbero trovare in appositi prontuari, mentre invece è indispensabile innescare tali processi, con attività di assemblamento di numeri e formule, per esempio, con attività o giochi che abbiano bisogno di elaborazioni mentali per essere risolti. 

Mi viene spontaneo pensare, dato che sono istruttore federale, che un gioco funzionale a sviluppare questi processi, possa essere il gioco degli scacchi, ma ne esistono tanti altri. 
Particolare importanza darei alla conoscenza delle scienze, anche in questo caso, le conclusioni dovrebbero scaturire da ragionamenti, dopo che sono state illustrate le regole generali di processi naturali, fatto questo processo nozionistico, l'insegnamento non dovrebbe essere distribuire certezze , ma invogliare l'alunno a confrontarsi con i compagni e l'insegnante per trovare insieme le giuste conclusioni. 
Nelle materie scientifiche dovrebbe essere prediletta la logica, piuttosto che l'acquisizione di regole predeterminate, certo , questo inizialmente porterà sicuramente ad allungare i tempi, ma è fondamentale che tutto quello che può essere raggiunto con la logica, non venga raggiunto in altre maniere. 
Non mancherà il tempo, dato che questi metodi dovrebbero essere fortemente rilassanti in quanto partecipativi, e l'attenzione dei ragazzi potrà non subire cali in quanto i dati che dovranno immagazzinare saranno enormemente ridotti se raffrontati alle prassi scolastiche attuali. 

Mi sembra intuitivo che, secondo questa visione, la scuola si debba intendere a tempo pieno, fisicamente come una comunità, e mentalmente come un laboratorio di idee e confronti. 
Confronti intellettuali tra i partecipanti come se si stesse assistendo ad un convegno dove chiunque abbia libertà di parola.
L'acquisizione di concetti non deve avvenire tramite i discorsi degli insegnanti, insegnamenti spesso noiosi, ma attraverso confronti tra i partecipati. 
Materie di insegnamento che sviluppano capacità spesso nascoste, devono essere, se non predilette, almeno presenti, mi riferisco a tematiche tipo umanesimo, filosofia adeguata certo all'età, acquisizione di concetti e comportamenti psicologici, e conoscenza di tecniche che migliorano potenzialità mentali e fisiche. 
Sappiamo benissimo che l'umanità ha subito per millenni imposizioni tendenti ad innescare processi riduttivi soprattutto in materia mentale, ecco, la scuola del futuro, dovrebbe favorire l'ampliamento delle innegabili potenzialità soprattutto del cervello infantile, che notoriamente è nelle migliori condizioni di apprendere.

L'insegnamento della lingua sarda. 
Essa deve essere messa in relazione alla storia della nostra isola, agli usi, abitudini e costumi della Sardegna, alle grandi potenzialità della nostra archeologia, che non sarebbe male fosse materia di insegnamento diffusa e presente in più di un contesto. 
Bene, qui dovremo trattare un argomento abbastanza scabroso, in quanto la codificazione delle nostre lingue ufficiali è ancora in fase di acquisizione, e la loro eventuale omologazione (sperando che tale omologazione sia scevra da impostazioni mondialiste) e il tentativo di dare regole comuni, è tuttora in fase di analisi. 
Sarebbe bene comunque che certi vocaboli fossero comprensibili dalla totalità dei sardi, ma questo non è compito della scuola, ma di linguisti e glottologi. 
Dato che aspiriamo ad una nostra lingua ufficiale, per ora dovremmo insegnare tutte le due varianti principali, non scordando il fatto che in antichità la lingua sarda era "esportata" dai viaggiatori shardana, della qual cosa si potrebbero trovare intersecazioni con altre lingue occidentali, con l'obiettivo dichiarato di dimostrare che dalla lingua sarda e dalla cultura shardana è nata la civiltà occidentale.

Parlerò di altre materie in seguito, ben sapendo anche che quelle finora trattate sono suscettibili di integrazioni e modifiche, ampliamenti e puntualizzazioni, mi preme ora cercare di rendere evidente il mio pensiero, nel caso non ci sia riuscito finora. 
Allora, inizio dicendo che l'alunno non deve sentire alcun peso nel frequentare la scuola, anzi dovrebbe essere invogliato a parteciparvi come, direi, un istruttivo gioco, in cui abbia piacere di esprimere tutti i suoi particolarismi, le sue caratteristiche, evidenziare le sue peculiarità, le sue predisposizioni, informarsi autonomamente dai compagni, e confrontarsi con essi, in uno sforzo che consenta a ciascuno di essi di essere parte della società (o classe che dir si voglia), non essere inglobato in quel meschino giuoco tanto osannato dall'insegnamento attuale che vorrebbe classi livellate al ribasso.
Se un ragazzo avesse delle particolari predisposizioni, in qualsivoglia materia, dovrebbe essere messo nelle condizioni di sviluppare le sue eccellenze, la democrazia livellata senza picchi di genialità, non dovrebbe essere favorita. 
La conformazione massiva degli alunni, riteniamo che sia deleteria in generale per tutti. 

Non vorrei dare l'impressione di vedere la scuola come una istituzione elitaria, tutti indistintamente devono progredire, ma non siamo tutti uguali, e chi eccelle in una materia, probabilmente ha carenze in un'altra, ma tutti, insegnanti e alunni devono imparare che se il tuo compagno migliora, ciò è un bene anche per te.
Incentivare uno sforzo comune che invogli chi predilige una materia, ad essere utile agli altri, formando così una società futura che metta in risalto le capacità dell'essere umano di appartenere alla società, a capire che la condivisione è un valore.
Abbandonare egoismi e mettersi a disposizione degli altri, imparerà col tempo che quello che ha dato gli verrà reso in seguito. 
E i buoni esempi che così poterebbero svilupparsi, diventare come una regola di vivere civile, in fondo l'umanità ha progredito perchè capace di comunicare, assorbire, donare e ricevere.

Non vorrei scrivere di modelli pre esistenti, noi sardi abbiamo nei nostri geni il dono della pre veggenza, dell'intuito, del raziocinio che deriva dalla società matriarcale esemplare, e non vedo perchè dalla terra di Sardegna, non possa sorgere un modello nuovo di scuola applicabile in tutto il mondo.


giovedì 7 luglio 2016

Fino a quando non avrete capito



Fino a quando non avrete capito
"Pesa una dolorosa constatazione: davanti agli eventi decisivi, noi sardi non sapevamo.
Non sapevamo che nel turismo il vero capitale non è tanto l’investimento finanziario, quanto la qualità del bene ambientale.
Noi non sapevamo quale lascito di inquinamento, ma­lattie e disoccupazione avrebbe portato l’industrializza­zione petrolchimica.
Noi non sapevamo quali danni terribili per la salute e per l’ambiente avrebbero portato le basi militari."
 
 
 
 
 

mercoledì 6 luglio 2016

Bachisio Bandinu






Pesa una dolorosa constatazione: davanti agli eventi decisivi, noi sardi non sapevamo. 
Non sapevamo che nel turismo il vero capitale non è tanto l’investimento finanziario, quanto la qualità del bene ambientale.
Noi non sapevamo quale lascito di inquinamento, ma­lattie e disoccupazione avrebbe portato l’industrializza­zione petrolchimica.
Noi non sapevamo quali danni terribili per la salute e per l’ambiente avrebbero portato le basi militari. 








Paret una malasorte nostra cussa de nos abbitzare a pustis de tottu su chi nos sutzedit, pro carculare solu sos ùrtimos sessant’annos de s’istòria sarda.

Su tempus nos rughet a supra e non semus capatzes de , ortare a cumbènia nostra sas occasiones de importu. Proitte non semus mai prontos a isfruttare sas possibi­litates a profettu nostru?

Nos est semper mancata sa virtute de ischire pesare sos fattos e de nde iscuntrobbare sos effettos e sos resurtatos.

Zente anzena at ischitu carculare su tempus justu pro si facher mere de sos benes nostros a benefitziu pròpriu.

A dolu mannu nostru, cando deviamus rispondere a sas dimandas chi nos poniat su tempus, in s’ora nois no ischiamus.

Com ente si fachet e tènnere a notu sas cosas chi nos pertocan pro avvalorare sos benes nostros in manera chi torren a profettu de sa economia e de sa cultura sarda?

S’isfida manna pro sa Sardigna, oje, est sa connoschen­tzia e s’intelligentzia de sos sèperos, sa capatzitate de iscun­trobbare sas cumbènias de su locu e de su tempus nostru a cuffrontu de su gheretzu de su mundu.

“Investire in cultura” est unu modu de nàrrere in bue­ca de donzi pulìticu, com ente chi sian paràulas de vantu chi pacu costan, chene carculare chi pro “investire in cultura” bi cheret istudiu, programmas, impreu de ‘inari e de intelligentzia.

A produire cultura est una pràtica de manos e de mente chi rechedit appentu e travagliu, cun su còmpitu de istrui­re sa zente e de inventare fainas novas.‘


” E duncas bisonzat de mezorare su gradu de imparu de s iscola e de sa formatzione professionale: sa natzione sar­da devet andare a iscola, pro poter fàchere iscola. …"

"Nois no l’iscbiaimus ite fit s’industria petrolchimica, ne it’ efetu faghiat e cantu duraiat. Cun resone creiaimus chi s’industria abberiat a sa modemidade, comintzaiat su ca­minu de s’irvilupu e de sa créschida. 


Ma no s’industria pe­trolchimica chi in Itàlia no cheriant prus ca teniat unu beni­dore pagu seguru. Sa chimica de base no la cheriant prus ca incuinat e no teniat possibbilidade de durare tempus me­da. 


Nois no ischiaimus chi batiat un’incuinamentu grave, unu veru e prépriu disastru ecolégicu, No li amus dadu im­portu chi fit un’industria chi no batiat perun’àtera ativida­de e no faghiat nàschere àtera industria e mancu amus fatu contu de s’isàsinu de dinari chi bi cheriat pro fàghere unu solu postu de traballu. 


E su pagu chi ischiaimus teniat pagu pesu in su piatu nostru de sa bilància ca s’àteru fit prenu de illusiones, de promissas e de tot’àteras isperàntzias. Sa no­stra fit s’ abbaidada de chie bidet a unu prammu dae su bicu de su nasu e bidet su torracontighedhu de oe, su disizu de sa novidade, su muntone de sos finantziamentos."


Bachisio Bandinu - antropologo
fonte "Sa Defenza"


E fin qui le parole del Bandinu, Jolao si permette di aggiungere che allora non sapevamo, o non avevamo considerato l'opportunità, del ricorso al diritto internazionale, del ricorso al non voto, alla disobbedienza civile e fiscale, al non riconoscere giurisdizione del colonizzatore sulla nostra terra.
Ora però sappiamo che esistono queste opportunità, continueremo a non sapere, e di conseguenza, a sbagliare?























Shardana

Chi conosce il nostro popolo, nel bene e nel male, in vacanza o per lavoro, sa che è il popolo più particolare del pianeta, gente unica e dai valori esclusivi, tanto esclusivi che molti stentano a credere che apparteniamo al mondo occidentale.
Da noi vige il mito della lealtà, della balentìa, la determinazione a rifiutare ogni sopruso, questo lo dice la storia, anche se oggi, forse, abbiamo perso alcune nostre caratteristiche, e, mi dispiace dirlo, siamo un po' meno "particolari" che in passato.
Anche noi, in parte, ci siamo fatti corrompere dalle sirene di questa società dai valori fasulli imposti da uno stato coloniale e razzista che risponde al nome di repubblica italiana corporation, ma è venuto il momento di rinverdire la nostra storia antica, che ci ha visti assoluti protagonisti delle civiltà del mediterraneo, ai tempi dei civili e valorosi guerrieri chiamati Shardana. Così forti e determinati da destare il sospetto che provenissero da altri pianeti.

Mondialismo linguistico

Per ogni argomento che contenga in se stesso elementi di identità (di popolo ) non si può prescindere dalle origini. 

Così la lingua sarda così tanto vituparata da chi afferma che deriva dal latino, contiene in se tutti i germi della civiltà europea (occidentale in generale ). 
Il ruolo istituzionale di ogni colonizzatore è sminuire le caratteristiche del colonizzato. 
Prima i savoia, dopo gli italiani, hanno saputo farlo in maniera sistematica e orrendamente concreta. 
Ma la lingua sarda NON deriva dal latino, semmai è corretto affermare con forza il contrario. 


Il termine "razzISMO"




Non aspettatevi mai niente di buono dai mantra televisivi che le fetenzìe distribuiscono a piene mani.
Insieme alle parole inventate da loro che non hanno senso, abbinano numeri, simboli e vibrazioni per condizionare.
In nessuna lingua ancestrale esistono gli ISMI, la gente ne è sempre stata esente, in nessuna lingua ancestrale esiste la parola "razzista".

Non c'è parola usata più a sproposito che quella parola inventata dalle oligarchie pseudo culturali, ( parola elitaria che NON appartiene al popolo, chi la usa di frequente è condizionato dalle boldrinaggini televisive).
Le elite, come si autodefiniscono, peccano di intelligenza, riescono a imporre le loro parole solo perchè hanno enorme rilevanza mediatica, non certo perchè sono creativi, sono semplicemente più scaltri e potenti di noi, quando decideremo tutti di buttare i televisori in discarica, non avranno più potere sulla gente.
Unica condizione per liberarci dai loro paradigmi innaturali, è acquisire la cultura necessaria, capire le loro strategie, la fine del loro dominio sarà semplicemente una conseguenza.
La naturalità, a lungo andare, vince sempre.






















sabato 2 luglio 2016

Il consenso

Dal giorno in cui mi sono sentito palesemete preso per i fondelli dal presidente del seggio che mi diceva "il signor mariano abis ha votato", nego il mio consenso ogni volta che me lo chiedono.
Nego il mio consenso ad essere intercettato, ad essere scannerizzato, a partecipare alle elezioni italiane, ad essere codificato, analizzato, e archiviato, protocollato e apostillato, ma so già che questa società privata chiamata repubblica italiana se ne strafrega di ogni mio diniego.
Nego il mio consenso all'utilizzo di ogni mia proprietà intellettuale, ma so già che sto scrivendo al vento.







venerdì 1 luglio 2016

Le tue risposte

Sono e voglio essere antipatico all'eccesso, non mi interessa chi fa la bella faccia, non mi interessa rispondere a chi mi fa domande, tu che pretendi spiegazioni, poggia il sedere su una sedia, di fronte a un libro o un computer, e avrai tutte le risposte che ti servono, saranno le tue risposte, non le mie.

Monete








<<Far credere al popolo, che può conquistare la propria libertà, mettendo schede nelle urne elettorali, equivale a far credere agli schiavi che possono liberarsi, spolverando, lucidando e facendo splendere le proprie catene>>
Il pensiero è profondo, ma non è mio, e lo adotto volentieri.
Ma di un argomento più infimo vorrei parlare, un argomento che di filosofico non possiede nemmeno la parvenza, si parla di vil denaro, anche se il discorso schiavitù è assolutamente pertinente, come è pertinente il discorso votazioni, che servono per mantenere in essere sempre lo stesso sistema, a danno della gente.
Chiedendomi per che cosa sia stato "inventato" il denaro, il primo pensiero che mi sovviene è che per superare il sistema del baratto, sistema abbastanza "ingessato", serviva riconoscere il valore delle merci o dei servizi, con una entità universalmente riconosciuta, e di comode proporzioni fisiche.
Inizialmente le monete possedevano un reale valore intrinseco, stabilito dalla quantità di oro o di argento con le quali erano state costruite.
Di per se stessa l'idea era geniale, se non esistesse un piccolo particolare : il reale motivo per cui si è pensato di stampare moneta.
Le monete, fin dal loro primo apparire, sono state inventate per un unico scopo, consentire agli stati, di poter imporre delle imposte.
Va da se che il denaro si può definire come una "impostura".
Oggi questa affermazione è ancora più realistica che in passato, oggi non esiste un reale controvalore al valore attribuito a monete fabbricate con miserrimo metallo o carta straccia.
Se poi si considera che il contro valore di quelle valute viene data da organismi privati che io chiamo fetenzìe, si capisce al volo che le attuali valute sono uno strumento di creazione del debito, per tenere interi popoli sotto il giogo finanziario.
Il debito globale del planetario è oltre dieci volte volte superiore al valore che il mondo riesce a generare in un anno.
E' come se io, avendo per ipotesi uno stipendio annuo di dieci mila, ho un debito di cento mila, di per se inestinguibile.
Quando poi queste "risorse" scarseggiano, ecco che si creano le condizioni ideali per generare crisi, parola cara alle fetenzìe, è in quel caso è matematicamente certo che non riuscirò mai a "onorare" il debito.
Questa è pratica disetica e criminale, un metodo per indurre la gente in stato di sudditanza, in vista di una malaugurata schiavitù globale, che alla fine comporterebbe una unica moneta planetaria in mani private, in mani fetenti.
E allora esiste solo una strada, se proprio si vuole accettare il denaro, che ogni comunità, ogni popolo, ogni nazione, stampi la sua moneta popolare, fine delle tasse, fine delle imposte, fine degli stati, fine dei soprusi.
Mille popoli?
Mille nazioni.
Mille nazioni?
Mille monete.

Solo così il denaro, con quantità congrue riguardo alla reale possibilità di avanzamento e progresso, diventa utile per i popoli, in ottica rivolta al superamento degli stati, mai più cittadini debitori e pagatori, ma esseri umani con tutti i propri diritti riconosciuti.
Mai più agglomerati innaturali di stati, come è il mostro europeo attuale, è ora che l'essere umano, ogni essere umano, riacquisti completezza, e riconsideri la moneta come un mezzo, e non come il fine ultimo della nostra esistenza, come le oligarchie ci vogliono far credere.
Ri acquistiamo e ri valorizziamo i veri valori di ogni esistenza, il vero progresso non si misura in quale sia stato il prezzo per il suo conseguimento, ma in quale sia il suo reale valore, che stabilisce che il mero fattore finanziario è solo uno dei componenti del valore.