sabato 29 aprile 2017

I nostri fratelli corsi

La sardegna (e l'italia) hanno sicuramente molto da insegnare ai francesi, in svariati campi, ma devono seguire attentamente le lezioni, ogni volta che i francesi parlano di libertà, democrazia, diritti, lesa maestà, e ricorso alla ribellione.
Facciamo prima un po' di storia, e poi immaginiamo come potrebbe essere variata la nostra condizione se i sardi, in un certo frangente, fossero stati più avveduti e lungimiranti.
L'inizio della rivoluzione francese è datata di appena quattro anni, eppure i principi che la hanno generata, pur con i dovuti distinguo e precisazioni, dilagano in tutta europa, e se vengono declamati anche in sardegna, è tutto dire.

"Pace, assistenza, libertà, e uguaglianza all’amico popolo Sardo, la repubblica Francese è a favore della gente, e combatte tutte le monarchie assolutistiche presenti sulla terra. 
Liberiamo il popolo Sardo dall’oppressione straniera, dalle schiavitù, dai diritti feudali, per noi il popolo è sovrano. 
Noi decretiamo il rispetto per ogni singola persona, la sua dignità, la libertà di decidere per il meglio, libertà di appartenere ad una religione, ad una nazione autonoma, libertà dall’ignoranza, perché le decisioni che vengono dalla gente, sono sacre per la nostra repubblica. 
Fratellanza tra tutti i popoli, e se vendetta ci deve essere, dovrà deciderlo il popolo. 
Libertà, uguaglianza, fratellanza tra i popoli, e guerra agli oppressori. 
Noi siamo amici di tutte le genti, e nemici di tutti i despoti."

L'otto gennaio 1793 le truppe rivoluzionarie francesi, occupano l'isola di san Pietro, e diffondono il proclama, invitando i sardi alla rivolta.
Il 27 e 28 gennaio bombardano le postazioni militari cagliaritane.
Il 13 febbraio sbarcano per conquistare Cagliari.
I militari piemontesi oppongono una debole resistenza, fosse per loro la sardegna sarebbe potuta benissimo finire in mani francesi.
Quello che la storia ufficiale riporta è quanto mai improntato a servilismo sardiano puro.
Da una parte si riporta il coraggio dei sardi, popolo, religiosi, nobili e miliziani, dall'altra si evince lo stato di assenza di lungimiranza, e di servilismo verso il potere costituito.

Ogni cambiamento, agli occhi di gente poco accorta, genera paura, e quando è unito all'eterno ricorso al plagio da parte del potere, genera i suoi frutti deleteri.
E così fu, il coraggio dei sardi, e non certo  l'ignavia piemontese, ebbe ragione dei francesi.
Il 22 i francesi lasciano l'isola, sconfitti dai sardi.
E dalla storia passiamo alla fanta storia.

Immaginiamo che i sardi, oltre che coraggiosi, siano un popolo lungimirante, immaginiamo che il proclama rivoluzionario avesse fatto presa sulla gente, immaginiamo che la gente sarda non sia plagiabile, (occorre molta fantasia per questo), immaginiamo che i sardi, invece di aiutare il potere piemontese, avesse recepito e messo in atto il consiglio francese, ebbene, l'entrata in sardegna delle truppe francesi, sarebbe stata poco più che una passeggiata.

Ora non possiamo sapere quale sarebbe stato il comportamento dei francesi nei nostri riguardi, ma quanto meno, avrebbero dovuto tener conto della volontà dei sardi di sinergizzarsi con le idee della rivoluzione francese.
Sappiamo benissimo che ogni stato, ogni governo, mette in atto continuamente comportamenti democidanti, quindi non possiamo sapere come sarebbe potura essere la vita in sardegna con la presenza francese.
Sappiamo però quale è stato il devastante impatto piemontese sulla nostra gente, imposizioni quanto mai disonorevoli, da parte dei regnanti saBoiardi sulla nostra gente.

E dato che siamo nelle ipotesi di fanta storia, e la fantasia non ci manca, proviamo a immaginare un comportamento disetico da parte dei francesi, verso la nostra gente.
In quel caso, mi piace ipotizzare un nuovo ricorso alla ribellione, con condizioni geo politiche pesantemente variate.
Dovendo combattere un "nemico" comune, si sarebbe verificata una condizione quanto mai importante, anche se trasposizionata ai nostri tempi.
L'alleanza stretta e dirompente tra noi e inostri fratelli corsi.
Lascio a voi immaginare cosa sarebbe potuto succedere.

Per conto mio, oggi, in questi tempi, sardegna e corsica sarebbero unite in un unico stato etico.
Ne sono convinto, come sono convinto, il che è sotto gli occhi di tutti, che sardegna e corsica sono entrambe sotto dominazione di due stati che fanno del democidio la loro pratica quotidiana.
In conclusione, dai fatti di quell'inizio anno 1793, sarebbe potuta scaturire la libertà delle genti sarde e corse, finalmente unite in un unico stato.
©marianoabis 29 04 2017


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