sabato 13 maggio 2017

NENIAS

Mariano Abis

13 maggio 2015 ·

La mia prima lingua, la mia vera lingua, non è l’italiano, che ho conosciuto si, già da bambino, ma che ho sviluppato dai sei anni in poi, con la frequentazione delle scuole. La mia lingua è il sardo campidanese, che forse ho sentito, melodioso, già quando ero in grembo di mia madre. 

La seguente sezione del libro Nenias parla di sardegna, è la parte che effettivamente suggerisce il titolo di questo lavoro. La parola in lingua sarda campidanese nenias è intraducibile, evoca liricità, poesia, immagini eteree, a voler esagerare si potrebbe tradurre come lamenti, e se questa espressione può essere accettata, mi sono trovato in seria difficoltà a tradurre quei pensieri svolazzanti in italiano.

Certo è che una volta tradotti, perdono parte della loro forza evocativa, ma dovevo pur consentire ai lettori che non conoscono la mia lingua, di comunicare il senso di quello che ho scritto. E la musicalità, che sprigionano le frasi recitate in sardo, quella, una volta abbandonata la mia lingua, si perde, accontentatevi del pessimo risultato raggiunto.




Fradi traiu
non ollu intendi kustas nenias
non intendeis?
sbatidi s'ecca
pottedda atesu...
is manus insanguentadas
de sanguni de imbidri
fintzas mein su muru
pullei is manus
sbuidai s’anima
cruppa mia
sceti mia
non ollu intendi
kussas nenias 
.

Fratello tradito
non vorrei sentire questi lamenti, non senti? sbatte una porta, quel bicchiere … portate lontano le mani insanguinate, sangue di vetro, persino sui muri, pulite le mani, vuotate l’anima, colpa mia, solo mia, non voglio sentire quei lamenti.
.
Apu biu
cogas ki camminanta,
lenzorus,
bentu callenti ke fogu
arregodus strupiaus
bisuras leggias in su sentidu
lenzorus luxentis a su sobi
a dusu bì mi onanta fastidiu
arregodus chena genti
chena istorias
e chena fini
bisuras maladitas
chena logu
.

Ho visto.
streghe in cammino, lenzuola, vento riscaldato dal fuoco, ricordi strappati, brutte visioni dentro l’anima, poi lenzuola così sfavillanti al sole, che mi danno fastidio alla vista, ricordi senza gente, senza storia, e senza fine, impressioni malefiche senza luogo
.



Sonnus
arregodu sa sperantzia
de is disi gioiosas
bramendi de passai
sa vida mia kun tui
e tui … m’asa arregodai?
biu montis de arroccas
siccadas
kummenti su coru miu
.
Sogni
ricordo le speranze di giorni gioiosi,
anelando che tu accettassi di trascorrere
la tua vita con me, e ora, mi ricorderai?
vedo monti di rocce aride
come il mio cuore
.

Chena forzas.
is pentzamentus
mi potanta attesu
friscu entu de istadi
gentis iscarescias
disi passadas
arrexonamentus de pippìus
kummenti la luxi de su sobi
potada atesu is sonnus
de su mengianu,
vida grai
seu abetendi s’ierru
.
Senza forze
pensieri maligni mi portano lontano
fresco vento d’estate, gente dimenticata,
giornate trascorse facendo
ragionamenti da bambino,
e come la luce del sole
fa svanire i sogni del dormiveglia,
la vita mi sembra pesante,
e aspetto l’inverno.

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