venerdì 3 febbraio 2017

Le bugie sulla moneta

Gli antichi umani, abitatori del pianeta, usavano il baratto per scambiarsi beni e produzioni, si accorsero ben presto che sarebbe stata utile una sorta di unità di scambio, per i loro commerci e acquisizioni.
Immaginiamo che per convenzione, abbiano dato un valore a conchiglie, pietruzze colorate, o chissà che altro.
Questa è una utilizzazione etica, si potevano comprare beni o produzioni con quelle unità di valore unanimemente riconosciute.
Il conio di monete metalliche, fu, probabilmente, il passo successivo.
Essendo le società, nei tempi in cui vennero inventate le monete, dei sistemi più o meno organizzati, esse adempirono allo scopo per il quale erano state create.

E lo scopo ultimo, reale, non era quello di favorire i commerci tra i poveri del periodo, loro, presumiamo, che di monete ne possedessero ben poche.

La moneta NON è nata per facilitare gli scambi, la moneta è nata per tassare, non parlo di conchiglie alle quali anticamente le erano state dare valore di scambio, parlo proprio di moneta sonante, o frusciante, nell'accezione attuale del termine.




La moneta è una costruzione elitaria, non è nata per la gente, ma contro la gente.

Si racconta, e non siamo certo noi che mettiamo in dubbio il racconto della genesi della moneta, che sia nata per soddisfare l'esigenza del potere coloniale inglese, di tassare indigeni africani, sottomessi alla loro autorità coloniale.

Li facevano lavorare per loro, gli davano soldi, che servivano principalmente per pagare le imposte che loro stessi, gli inglesi, avevano istituito sulla casa (o capanna) dei poveri indigeni. 
Per noi la moneta può avere valenza di scambio, ma per loro, per le oligarchie, è stata inventata per dare la possibilità alla gente di pagare a loro le imposte.
Tu mi fornisci merci, produzioni o servizi, io ti pago, e tu mi restituisci le mie monete pagando imposte.
Il giochetto è semplice, quanto orrendamente plagiante.
E' venuto il momento di cominciare a stampare da noi stessi le monete, è venuto il momento di non pagare più tasse, e scambiarci beni e produzioni con monete di nostra proprietà, monete popolari, è ora di uscire da questo orribile incubo in cui ci hanno asserragliati per millenni.
Se tutti noi non paghiamo più imposte, cosa potrebbero mai farci? 
Ci metteranno tutti in gattabuia?
No, si dovranno adeguare al nuovo ordine di cose, una società etica senza tasse, gestita dalla gente, e non dal potere delle fetenzìe.
©marianoabis

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